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A CATANIA ULTIMI SPETTACOLI DELLA STAGIONE TEATRALE

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Sempre ricca l’offerta della città etnea: a Sala Futura “L’ospite inatteso” di Alfredo Maria Le Boffe; al Piccolo Teatro “Immacolata concezione” da un’idea di Federica Carruba Toscano; al Teatro Brancati “Tartufo” di Moliere

 

Fonte: Uffici Stampa

 

L’ospite inatteso

A “Sala Futura” di Catania, dal 18 al 21 maggio, lo spettacolo vincitore del Bando Corti Teatrali CTOFF

 

“L’ospite inatteso è qualcuno o qualcosa con la quale prima o poi siamo chiamati a fare i conti: un fardello, una paura, un rimorso, un risentimento – spiega Alfredo Maria Le Boffe autore del testo e regista dello spettacolo – Nico Speranza è un giovane scrittore di successo con una vita sentimentale appagante, ma lo stesso sembra agitarsi inquieto fin dal principio, preda di chissà quale paura o ansia: tutto deve restare provvisorio, niente è definitivo”.  Cosa nasconde questa inquietudine?  “In Nico – dice ancora Le Boffe – si accentua quella che è poi in tutti gli uomini la paura di finire senza aver abbastanza detto, fatto, vissuto. Per questo Nico decide di interrompere la serie di romanzi che gli ha dato successo, insofferente oramai all’etichetta dalla quale si sente minacciato come da un definitivo marchio a fuoco e attende, non senza ansia e preoccupazione l’editore al quale deve comunicare il cambio di rotta. Più che delle possibili conseguenze economiche, pratiche, legali, Nico sembra preoccupato del fatto che provino e alla fine riescano, a fargli cambiare idea.

Poi accade l’imponderabile che è tutto da scoprire venendo a teatro”.

Immacolata concezione

Sabato 20 e domenica 21 maggio al Piccolo Teatro della Città va in scena lo spettacolo diretto da Joele Anastasi con Federica Carruba Toscano, Alessandro Lui, Enrico Sortino, Joele Anastasi, Ivano Picciallo

 

La storia di un microcosmo siciliano fatto di omertà, violenza e presunzione, ma anche di quell’autenticità tipica della carnalità isolana. C’è tutto questo nello spettacolo Immacolata concezione che approda sabato 20 (ore 21) e domenica 21 aprile (ore 17.30) al Piccolo Teatro della Città di Catania. Lo spettacolo, drammaturgia e regia di Joele Anastasi, da un’idea di Federica Carruba Toscano, è una produzione di Fondazione Teatro di Napoli e vede in scena la Compagnia Vucciaria Teatro Federica Carruba Toscano, Alessandro Lui, Enrico Sortino, Joele Anastasi, Ivano Picciallo in questa storia che racconta la potenza e il culto dell’immagine.
La storia – ambientata nella Sicilia 1940- racconta di Concetta, ragazza silenziosa e innocente, barattata dal padre caduto in disgrazia con una capra gravida e affidata a Donna Anna, tenutaria del bordello del paese. Lei, estranea ai piaceri della carne non oppone nessuna resistenza. Del resto nessuno le ha mai spiegato cosa voglia dire fare l’amore. Ben presto la fama “della nuova arrivata” raggiunge tutto il paese: ma nessuno sa di preciso quali piaceri regali agli uomini per farli impazzire così tanto. Malgrado tutti millantino di mirabolanti prestazioni, dentro la stanza del bordello, nessuno di loro l’ha mai toccata. Concetta è vergine: ha il dono di “sentire” l’anima dei suoi clienti; rendendo possibile la loro fragilità nascosta.
“Guardare attraverso i personaggi di Immacolata concezione – dice Joele Anastasi –  è come sfogliare le pagine di un vecchio diario e scoprire le oscillazioni più fragili delle loro anime; come avere accesso alla memoria collettiva e storica che abita in noi e genera le nostre più antiche passioni. Il tempo della storia è il passato che qui si fa molla per il futuro: per riscriverne uno nuovo. E noi, spettatori del mondo di oggi, ci aggrappiamo a qualche ultimo brandello di un passato carico di valori e speranza. Non c’è fiducia nel progresso. Non c’è fiducia nel tempo che verrà. E’ solo guerra, minaccia di guerra, guerra senza frontiere e senza regole. E noi abbiamo solo bisogno di amore, amore e altro amore”.

Tartufo, ovvero l’impostore di Molière

Sabato 20 e domenica 21 maggio, al Teatro Brancati di Catania va in scena la commedia di Molière, diretta da Nicasio Anzelmo. In scena Debora Bernardi, Antonio Grosso, Angelo Tosto, Emanuele Puglia, con la partecipazione di Margherita Mignemi. E con Gianmarco Arcadipane, Aurora Cimino, Luigi Nicotra, Lucia Portale, Francesco Rizzo

 

Ci sono testi immortali, che hanno fatto la storia della drammaturgia mondiale e che continuano a essere fonte inesauribile di tematiche universali. È il caso di Tartufo di Molière, uno dei testi più conosciuti del teatro mondiale nonché il primo testo che subì una censura in Francia. Un testo che il regista Nicasio Anzelmo porta in scena – in un adattamento originale – con il titolo Tartufo, ovvero l’impostore di Molière rispettandone l’identità e amplificandone le tematiche di satira e denuncia. Prodotto dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, lo spettacolo torna in scena a Catania per due imperdibili date al Teatro Brancati, sabato 20 (ore 21) e domenica 21 maggio (ore 17.30), per poi andare in scena a Mazara del Vallo, il 24 maggio.

Protagonisti della pièce sono Debora Bernardi nel ruolo di Elmira, Antonio Grosso in quello del falso devoto Tartufo, Angelo Tosto che interpreta Orgone, marito di Elmira, Emanuele Puglia nei panni di Cleante, cognato di Orgone), con la partecipazione di Margherita Mignemi nel ruolo di M. Pernelle. Completano il cast: Gianmarco Arcadipane (Valerio, innamorato di Mariana), Aurora Cimino (Mariana, figlia di Orgone e innamorata di Valerio), Luigi Nicotra (Damide, figlio di Orgone), Lucia Portale (Dorina, cameriera di Mariana), Francesco Rizzo (Ufficiale del re). Lo spettacolo vanta i costumi di Dora Argento, le scene di Vincenzo La Mendola, disegno luci di Antonio Licciardello e movimenti coreografici di Martina Caruso.

“Si tratta – spiega il regista Nicasio Anzelmo – di una commedia brillante ma soprattutto di una satira contro vizi e difetti della società nobile francese del ’600 che si adatta perfettamente ai tempi contemporanei e che racconta la vicenda dell’ipocrita per eccellenza: un uomo che indossa la maschera della devozione religiosa e della finta amicizia e che tradisce la fiducia altrui. Molière ebbe molti problemi con i cortigiani, tanto che l’opera fu bandita e solo varie suppliche a Luigi XIV ne permisero una nuova rappresentazione. Attuale, allora come oggi, il testo che porto in scena è fedele all’originale e in alcune parti esalta addirittura il messaggio. Un messaggio che è soprattutto una critica contro i falsi devoti alla religione in tutte le epoche. Insomma, una critica contro la propaganda e l’indottrinamento dove ho voluto, in modo anticonvenzionale, affidare il ruolo del protagonista non a un uomo poco avvenente e che rappresentasse la bruttezza dell’animo attraverso quella fisica, ma a un attore come Antonio Grosso che veste i panni di un Tartufo di bell’aspetto ma ripugnante per il modo di fare”.

 traduzione, adattamento e regia di Nicasio Anzelmo; con Debora Bernardi, Antonio Grosso, Angelo Tosto, Emanuele Puglia; con la partecipazione di Margherita Mignemi e Gianmarco Arcadipane, Aurora Cimino, Luigi Nicotra, Lucia Portale, Francesco Rizzo; scene Vincenzo La Mendola; costumi Dora Argento; disegno luci Antonio Licciardello; movimenti coreografici Martina Caruso