Nella scena clou de ‘Il tempo delle mele’ Mathieu mette sulle orecchie della amata Vic un paio di cuffiette e d’incanto il frastuono della musica da discoteca scompare per lasciare il posto a Reality di Richard Sanderson, destinata, da quel momento, a entrare nella mitologia degli adolescenti dell’epoca.
Ma, per l’appunto, chi è stato adolescente nei primi anni ’80 e poteva permettersi un walkman, sa bene che una cosa del genere poteva succedere solo in un film o nella testa di una ragazzina innamorata. Perché nella realtà nemmeno sparando la musica a tutto volume le modeste cuffie del walkman avrebbero potuto sovrastare il rumore di una discoteca o anche solo quello di una strada trafficata.
Magari avevano in testa quella scena gli ingegneri della Sony che, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000 decisero mettere alla portata di tutti una tecnologia pensata alla fine degli anni ’50 per le rumorose cabine di pilotaggio dei jet: le cuffie con la cancellazione del rumore.
La leggenda racconta che sia stato il signor Bose in persona, esasperato per il rumore di fondo a bordo di un aereo di linea, a lanciarsi per primo nella corsa allo sviluppo e che il suo brevetto sia arrivato quasi in contemporanea a quello della tedesca di Sennheiser. Stiamo parlando della seconda metà degli anni ’80, quando i cd portavano nelle case un suono cristallino come non si era mai sentito, le musicassette si preparavano alla pensione e il walkman si apprestava a essere rimpiazzato dai lettori portatili di minidisk.
Ma c’era un ostacolo da superare: le dimensioni della musica. Cd e minidisk erano pur sempre supporti ingombranti e solo l’avvento dell’Mp3 prima e dello streaming dopo hanno rivoluzionato la tecnologia, ma soprattutto il consumo della musica. Ha reso normale – per qualcuno imprescindibile – vivere costantemente con una colonna sonora, che fosse la playlist favorita o quella scelta da un algoritmo.
Cos’altro mancava a questo mondo perfetto? L’isolamento. Uscire nel traffico, scendere nella metropolitana, attraversare un terminal affollato, volare su un aereo rumoroso o viaggiare su un treno pieno di pendolari continua a significare dover affrontare una serie di ambienti e una miriade di sollecitazioni sonore che si insinuano nel padiglione auditivo, per quanto protetto dagli ovattati cuscini delle cuffie. La cancellazione del rumore è venuta a risolvere la faccenda, con un sistema semplice a dirsi: mandare nelle orecchie un segnale uguale e contrario a quello riscontrato nell’ambiente. Così, mentre si ascolta ‘The great gig in the sky‘ dei Pink Floyd, all’udito arriva solo quella e non ciò che ci circonda.
Eppure mancava ancora qualcosa, perché ciò ci circonda cambia velocemente: dal traffico alla metro, dal terminal al vagone pieno di pendolari e non era detto che un sistema di cancellazione del rumore funzionasse altrettanto bene in ognuno di questi ambienti.
Ed è esattamente da questo punto che gli ingegneri di Jabra sono partiti per chiedere aiuto all’intelligenza artificiale. L’abbiamo già vista all’opera con gli smartphone, capace di capire se la fotocamera stesse inquadrando un piatto di frutta o un gatto, ora la si può ascoltare: educata a riconoscere tra migliaia di suoni che non c’entrano con quello che vogliamo ascoltare e a tenerli lontani dalle nostre orecchie, sia che siamo impegnati in una conversazione telefonica o nell’ascolto di una sinfonia. Quanti suoni esattamente? Seimila, ma destinati ad aumentare man mano che imparerà a riconoscere ed escludere.
E’ l’intelligenza artificiale il cuore delle Jabra Elite 85h: il sistema Active Noise Cancellation (ANC) e la tecnologia HearThrough, che consentono di decidere quanta parte del mondo esterno far penetrare in fase di ascolto. Che si sia in viaggio, con necessità di concentrazione, o in un posto affollato, il sistema SmartSound adatta automaticamente l’audio all’ambiente circostante. Ciò significa che quando si passa da una stazione rumorosa a una tranquilla carrozza ferroviaria, la tecnologia intelligente di contesto prenderà nota e regolerà automaticamente l’audio. Selezionerà una delle tre modalità: ‘commute’, ‘in public’ o ‘in private’ che gli utenti possono personalizzare ulteriormente. La tecnologia HearThrough evita che alle orecchie non arrivi quello cui è meglio prestare attenzione, come un annuncio importante o una sirena nel traffico.
Tutto questo è possibile grazie agli 8 microfoni di cui dispongono le Elite 85h: 4 dedicati alle chiamate, 2 per l’Active Noise Cancellation e 2 per SmartSound. In combinazione si crea la tecnologia di chiamata a 6 microfoni e la soluzione 4-microfoni ANC e SmartSound. Le Elite 85h supportano gli assistenti vocali Alexa, Siri e Google assistant. L’audio va automaticamente in pausa quando le cuffie vengono tolte e riprende quando sono poggiate nuovamente sulle orecchie.
La batteria, che dura fino a 36 ore con ANC attivato e 42 ore senza ANC, recupera 5 ore di energia con 15 minuti di ricarica e la resistenza all’acqua e alla polvere è certificata IP52. Gli altoparlanti sono da 40 millimetri.
@ugobarbara
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Fonte: innovazione agi