Esplosivi, uniformi dell’Isis e persino una bandiera nera: a cinque giorni dagli attentati di Pasqua, la polizia cingalese ha trovato un vero e proprio arsenale nell’est dell’isola. Nel corso di un’operazione di polizia, nella città di Ampara Sainthamaruthu, vicino a Batticaloa, dove una chiesa era stata colpita dagli attentati, ci sono state tre esplosioni e uno scontro a fuoco.
Secondo i media locali, erano kamikaze che si sono fatti saltare in aria. E quando la polizia è riuscita finalmente a entrare, ha trovato un vero e proprio arsenale: una vera e propria fabbrica i giubbotti-bomba, 150 barre di gelatina esplosiva, 100 mila cuscinetti a sfera, persino un drone con una telecamera.
Le indagini proseguono: secondo le autorità, sono state individuate “tra le 130 e le 140 persone che hanno legami con l’Isis” e di queste “circa 70 sono state già arrestate”. E lo Sri Lanka continua a essere blindato: le chiese sono ancora chiuse, l’arcivescovo di Colombo, il cardinale Malcolm Ranjith, ha sospeso tutte le messe delle domeniche e i fedeli sono stati invitati a seguire le celebrazioni da casa.
Nel timore di rappresaglie, il ministero degli Affari Islamici a Colombo ha invitato i musulmani a evitare le preghiere del Venerdì e le donne a non portare il velo in pubblico. Alcune moschee, sfidando la paura, hanno comunque tenuto i sermoni, ma con una partecipazione molto inferiore all’usuale. L’arcivescovo ha invitato alla non-violenza: “Gli attentatori non rappresentano l’Islam e noi non incolpiamo i musulmani” per quanto accaduto, il massacro di Pasqua costato la vita ad almeno 253 persone (il bilancio giovedì e’ stato rivisto al ribasso).
Intanto si è saputo che negli attentati è morto il mandante della strage, il predicatore a capo del gruppo islamista National Thowheeth Jama’ath. L’uomo, che l’intelligence cercava perché considera il cervello della strage di cristiani, era uno dei kamikaze negli alberghi di Colombo. “Zahran è stato ucciso nell’attacco a Shangri-La di domenica mattina”, ha reso noto il presidente Maithripala Sirisena. Era insieme a Ilham Ahmed Ibrahim, 31 anni, figlio di un miliardario, tra gli uomini più ricchi del Paese, uno dei maggiori commercianti di spezie al mondo, che si è fatto saltare in aria insieme al fratello.
E intanto il turismo è in ginocchio. Quest’anno una delle guide più famose del mondo aveva individuato lo Sri Lanka come ‘top destination’ e nel 2018 era stato registrato un anno record con 2,33 milioni di turisti. Ora rischia il crollo, il calo del 30% degli arrivi, pari a 1,5 miliardi di perdite all’anno.
Vedi: A che punto sono le indagini sulle stragi di Pasqua in Sri Lanka
Fonte: estero agi