Secondo le ultime notizie, l’INPS starebbe inviando lettere ai pensionati per la richiesta di restituzione di somme creando panico e spesso false speranze legate ad una sentenza di Corte di Cassazione.
“Innanzitutto è necessario valutare caso per caso ed evitare demagogia. – interviene in merito Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti – Le sentenze rappresentano un precedente ma non una legge. Attualmente per far valere i propri diritti è necessario intraprendere l’iter giudiziario, con i suoi pro e contro. Nella sentenza in questione si fa riferimento all’art. 38 della Legge 448/01 relativo a l’incremento delle pensioni in favore di soggetti disagiati”.
L’articolo-sanatoria fa riferimento a periodi anteriori al 10 gennaio 2001 e non si applica qualora sia riconosciuto il dolo del soggetto che abbia indebitamente percepito i trattamenti a carico dell’INPS.
“Il dolo è strettamente collegato alla buona fede del contribuente, ma lo è uno che senza una comunicazione o richiesta precedente si vede accreditate somme in più e non ne chiede verifica? Crediamo sia corretto restituire le somme in eccedenza ma con regole differenti dalle attuali”.
I pensionati come tutti i beneficiari di prestazioni erogate dall’INPS sono dovuti a presentare periodicamente documenti relativi ai propri redditi e alla situazione patrimoniale. Spesso le lettere di errato accredito si riferiscono a molti anni addietro.
“La burocrazia anche qui regna sovrana. E’ necessario che in tempi brevi si facciano i dovuti controlli visto che ormai si inoltra quasi tutto telematicamente. In caso di errato accredito si rivedano i parametri relativi al rientro con un rata sostenibile in base all’importo della prestazione” – conclude Finocchiaro.