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Manovra: Renzi, legge contro di me? Meloni teme il nostro 2-3%

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La norma nella manovra sullo stop agli incarichi retribuiti per parlamentari in favore di soggetti pubblici o privati extra Ue? La ratio per Matteo Renzi è semplice: “Perché sono rientrato nel centrosinistra. E Meloni ha paura che il nostro 2-3% sia decisivo per la sconfitta della destra. E allora colpisce un avversario con una legge ad personam, una cosa mai vista in 70 anni di storia repubblicana. Mi colpisce il silenzio dei liberali del centrodestra. Fosse stato ancora vivo Silvio Berlusconi si sarebbe alzato in Senato dicendo che questa è una norma comunista. Ma Berlusconi non c’è più e i suoi eredi politici tacciono”, spiega il leader Iv in un’intervista al Corriere della sera. In “Parlamento ci sono colleghi che dichiarano milioni di euro e che non vengono toccati. Sa perché? Perché sono del centrodestra. Le attività come le conferenze all’estero invece le faccio solo io. Tutti sanno che questa è una norma ad personam. La cosa più incredibile è che per la prima volta si sancisce il diritto dello Stato di tassare al 100% il lavoro di un cittadino. Loro dicono: i soldi fatturati dalla persona fisica Renzi, entro un mese li prende lo Stato. Un esproprio. E anche un precedente. Perché oggi il governo di destra lo fa a me, domani il governo di sinistra potrebbe farlo ad altri. La norma è una norma sovietica, la deriva anti-opposizione è una deriva sudamericana”, ma la reazione di Renzi non ci sarà: “Non ragioniam di loro ma guarda e passa. La Meloni vorrebbe buttarmi fuori dal Parlamento. Dopo che ci hanno inutilmente provato i giudici e i grillini, ora tocca a lei. Spiacente ma resto qui”, assicura il leader di Iv. Infine, quanto ai ‘movimenti’ al centro, Renzi osserva: “Finalmente è chiaro che senza un centro la sinistra non vince”, ma prima di fare nomi, come quello di Ruffini, “capiamo che fare” “poi scegliamo chi guida le danze. Io non sono interessato a questo ruolo: voglio dare una mano a costruire una leadership, non chiedo spazi per me”, sul “candidato premier tocca al Pd decidere. Schlein è la segretaria e ha vinto le primarie. Molti di quelli che giocano al totonomi non hanno un voto. Il Pd deciderà se fare primarie di coalizione o affermare il principio che il segretario è il candidato. Ora questo dibattito è puro chiacchiericcio”. (AGI)
RED/SER