Sequestro di beni nei confronti di una ‘università fantasma’ per oltre 3,5 milioni di euro. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito il provvedimento emesso dalla procura e convalidato dal gip. Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno fatto luce sull’ateneo italo-bosniaco Jean Monnet che, pur formalmente riconducibile a una fondazione di diritto croato, di fatto, a partire dal 2020, è stato pienamente operativo sul territorio nazionale, con corsi di istruzione superiore in lingua italiana impartiti da professionisti e docenti prevalentemente della provincia palermitana. Avrebbe così occultato all’Erario le ingenti rette (variabili da 3.500 a 26 mila euro annui, a seconda del corso) pagate da oltre 800 iscritti residenti in tutta Italia per la frequenza di corsi di laurea e scuole di specializzazione (prevalentemente in campo sanitario) non riconosciuti dal Mur. Sono state percepite, negli anni, su conti correnti esteri gestiti attraverso società di comodo ubicate in Inghilterra, Svizzera e Bosnia ed Erzegovina; Paese, quest’ultimo, dove è ubicata l’università privata, priva di accreditamento nazionale, con la quale il Dipartimento di Studi europei asseriva di avere una partnership. Le indagini – condotte anche con l’istituzione di una squadra investigativa comune con la polizia federale bosniaca – hanno permesso di accertare ricavi incassati e non dichiarati al Fisco per circa 9 milioni di euro per l’erogazione di circa 50 corsi universitari online privi di valore giuridico sul territorio nazionale. Il sequestro preventivo, pari all’importo delle imposte complessivamente evase dal dipartimento, ha interessato, oltre all’ente di formazione, tutti i responsabili coinvolti nella sua gestione, ai quali sono stati sottratti disponibilità liquide e beni immobili. (AGI)