di Patrizia Orofino
La copertura sanitaria, trova la sua ragione nel garantire a tutti i cittadini del globo eguale diritto all’accesso alle cure mediche ed alla sanità pubblica. Il 12 dicembre, è infatti la giornata mondiale dedicata proprio alla copertura sanitaria, istituita per sollevare la questione sensibilizzando l’opinione pubblica e le autorità alla protezione di questo diritto che oltre ad essere umano, è un diritto civile. L’articolo 32 della Costituzione italiana riporta che: La Repubblica tutela la salute, come fondamentale diritto dell’individuo e dell’interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Questo principio, va applicato senza discriminazione alcuna sul nostro territorio.
La questione Autonomia.
Il DDL sull’Autonomia sanitaria, approvata lo scorso giugno, purtroppo trasforma la legge a garanzia e tutela sanitaria per tutti, in un territorio dove le differenze ma soprattutto le carenze strutturali geografiche, rischiano di creare un’elìte sanitaria tra nord e sud che, nulla ha, a che fare con il criterio principale di tutela alla salute per tutti i cittadini italiani a prescindere da dove vivano. Molti Governi regionali, si sono mobilitati affinchè, il ddl venga modificato a fin di bene.
La domanda che, ci poniamo, è: pazienti presenti e futuri, dovranno ritornare ai viaggi della speranza? Famiglie che, potranno permettersi il lusso di curarsi in altre regioni piuttosto che nello stesso territorio di residenza?
La soluzione sarebbe invece quella di formare medici proprio perchè mancano di fatto risorse umane? La sanità italiana ha forti difficoltà, in questo momento, chiudere reparti per budjet non è la soluzione. Se per tanti aspetti siamo fortunati ad avere ancora una sanità pubblica, rispetto ad altri paesi, dall’altro manca di organizzazione al supporto delle figure di riferimento sanitarie, medici, infermieri ecc… nel nostro paese, incrementando stati di burn-out spesso sottovalutate anche, dal personale che, opera all’interno di ospedali, case di cura e di tutte le strutture ove sono presenti tali professionisti.