Le accorate scuse al suo popolo per l’ “ansia e i disagi” creati dichiarando la legge marziale potrebbero non bastare a salvare il presidente conservatore sudcoreano, Yoon Suk Yeol, dall’empeachment che il parlamento di Seul metterà ai voti tra poche ore.
Dopo un mal riuscito tentativo, martedì, di sospendere la democrazia in risposta alle “minacce delle forze comuniste” in Parlamento e dopo esser stato definito “un grave pericolo” per il Paese dal suo stesso partito, il People’s Power Party (PPP), Yoon Suk Yeol, compiendo un’altra giravolta, ha tentato di salvare il salvabile con un breve ma accorato discorso televisivo di scuse e ammissione di responsabilità alla nazione. In molti si attendevano in realtà le sue dimissioni dopo un mandato – iniziato nel 2022 – costellato da crisi politiche e personali. Soprattutto, in molti si aspettavano che Yoon Suk Yeol, inizialmente sostenuto da una sottile maggioranza in Parlamento, avrebbe ceduto alle pressioni giunte anche dal suo stesso partito per dimettersi evitando di presentarsi di fronte al Parlamento (unicamerale) alle 17:00 di sabato (le 9 ore italiana)per sottoporsi a una procedura di impeachment e a una destituzione quasi certa (per approvarla accorre una maggioranza di 200 deputati su 300).
Intanto, temendo un’altra presa di potere da parte di un Presidente già ampiamente discreditato, dall’alba di mercoledì, i deputati dell’opposizione si sono accampati in Aula, in attesa dell’esame della mozione di impeachment. Lo stesso leader del partito di governo, ai microfoni di Cnn, ha dichiarato ieri che il presidente doveva essere “immediatamente sospeso dall’incarico” per proteggere il paese da un “grave pericolo”: Han Dong-hoon, capo del PPP di Yoon, in un’intervista esclusiva con Ivan Watson ha anche rivelato di aver ottenuto “prove credibili” dell’ordine di Yoon, dopo la dichiarazione della legge marziale, di arrestare alcuni politici di primo piano del Paese.
Yoon, un’antifemminista dichiarato, da molti oppositori considerato il “Trump sudcoreano”, é anche inviso per le crescenti restrizioni alla libertà di espressione, per le promesse elettorali mai mantenute, per l’andamento fiacco dell’economia e il caro-vita. È stato anche criticato per aver abusato del suo diritto di veto, in particolare per aver bloccato un’inchiesta parlamentare su un caso di manipolazione dei prezzi che coinvolgeva sua moglie Kim Keon Hee.
Come presidente, ha perseguito una politica dura nei confronti della Corea del Nord e ha rafforzato l’alleanza con gli Stati Uniti riavvicinandosi anche al Giappone.
Dopo il fallimento del suo tentativo d’imporre la legge marziale e far fuori l’opposizione (a suo dire filo-Pyongyang) un sondaggio dell’agenzia Realmeter ha rivelato che più di sette coreani su dieci (73,6%) sono favorevoli alla richiesta di impeachment, contro il 24% che si dice contrario e il 2,4% che non ha un’opinione. Nel suo discorso alla nazione il Presidente Yoon ha comunque assicurato che “non eviterà la responsabilità legale e politica” legata ai suoi ultimi atti.(AGI)
SUB