Una patata resistente al riscaldamento globale, capace di crescere il 30 per cento in più delle comuni patate durante le ondate di calore. È quanto ha ottenuto un team di ricercatori dell’Università dell’Illinois che ha dettagliato i propri risultati su Global Change Biology. “Dobbiamo produrre – ha affermato Katherine Meacham-Hensold, prima autrice dello studio – raccolti in grado di resistere a ondate di calore più frequenti e intense se vogliamo soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione”.
Meacham-Hensold ha guidato questo lavoro per il Realizing Increased Photosynthetic Efficiency (RIPE) un progetto di ricerca internazionale che mira ad aumentare l’accesso globale al cibo sviluppando colture alimentari più resistenti. Per raggiungere i propri obiettivi gli autori hanno modificato geneticamente le patate per ridurre gli effetti negativi della fotorespirazione, un processo fotosintetico che ha dimostrato di ridurre la resa di soia, riso e colture di ortaggi fino al 40 per cento. Questo processo avviene in particolare ad alte temperature. Grazie alle modifiche effettuate i problemi derivanti dalla fotorespirazione sono stati efficacemente contenuti. Una volta piantate le patate del team sono andate incontro a una ondata di calore già nella fase iniziale di crescita vegetativa. Le temperature si sono mantenute al di sopra dei 95 °F (35 °C) per quattro giorni consecutivi, superando i 100 °F (38 °C) due volte. Invece di appassire a causa del caldo, le patate modificate hanno prodotto il 30 per cento di tuberi in più rispetto alle patate del gruppo di controllo, sfruttando appieno la loro maggiore termotolleranza derivante dall’efficienza fotosintetica.
“Un’altra caratteristica importante di questo studio – ha concluso Don Ort Vicedirettore del progetto RIPE – è stata la dimostrazione che la nostra ingegneria genetica della fotosintesi che ha prodotto questi aumenti di resa non ha avuto alcun impatto sulla qualità nutrizionale della patata”. (AGI)