Il presidente dell’Uganda ha graziato 19 esponenti dell’opposizione, dopo la loro condanna da parte di un tribunale militare per “tradimento” e “possesso illegale di armi da fuoco”. I partiti di opposizione nel Paese dell’Africa orientale sono stati repressi sotto la presidenza di Yoweri Museveni, che governa il Paese con il pugno di ferro dal 1986. “Sto perdonando coloro che sono stati condannati per tradimento (…) e possesso illegale di munizioni”, ha dichiarato Museveni.
Sedici membri dell’opposizione National Unity Platform (NUP) sono stati condannati a ottobre a cinque anni di carcere da un tribunale militare per “possesso illegale di esplosivi e tradimento”. Altri tre membri del NUP sono stati condannati con accuse simili. A ottobre, il tribunale ha deciso che la pena sarebbe stata ridotta a tre mesi e 22 giorni di carcere, a causa degli anni già trascorsi in detenzione preventiva. L’avvocato del partito, Shamim Malende, ha definito le accuse “dubbie”.
Tutti si sono dichiarati colpevoli di queste accuse, ma il leader del NUP Bobi Wine – il cui vero nome è Robert Kyagulanyi – insiste che sono stati costretti a farlo e a chiedere il perdono presidenziale. Le autorità ugandesi sono regolarmente criticate dalle organizzazioni per i diritti umani.
Nel 2021, durante le ultime elezioni presidenziali, che secondo l’opposizione sarebbero state inficiate da brogli, le manifestazioni contro l’ennesimo arresto di Bobi Wine sono state violentemente represse dalle forze di sicurezza, causando almeno 54 morti. (AGI)