L’esecutivo Ue applicherà una tariffa del 35,3% al produttore cinese Saic (MG e Maxus, tra gli altri marchi), del 18,8% a Geely e del 17% a Byd, per un massimo di cinque anni.
La misura interesserà anche le aziende occidentali che producono in Cina, come l’americana Tesla, che sarà soggetta a una tariffa del 7,8%, mentre alle altre che hanno collaborato con la Commissione nell’indagine condotta prima di approvare le tariffe sarà applicata una tariffa del 20,7%.
L’Ue ha preso questa decisione perché ritiene che, nonostante la divisione tra i 27 Stati membri, abbia ricevuto un sostegno sufficiente nella votazione dei governi dell’Ue all’inizio del mese: cinque Paesi si sono opposti alle tariffe (tra cui la Germania), dieci le hanno sostenute e dodici si sono astenuti (tra cui la Spagna).
La Commissione ha assicurato che sospenderà i dazi in caso di accordo con la Cina nei prossimi cinque anni, ma ha specificato che non li cancellerà, per guadagnare tempo per riapplicarli se Pechino non dovesse rispettare questo ipotetico accordo, senza dover chiedere nuovamente l’approvazione dell’Unione europea.
Come ritorsione, negli ultimi mesi la Cina ha annunciato indagini sulle importazioni di brandy, prodotti caseari e carne di maiale dall’Ue. Quest’ultima potrebbe essere particolarmente dannosa per la Spagna, che è il principale fornitore dei prodotti in questione alla Cina. (AGI)