Donald Trump dice di essere in vantaggio nell’early voting, il numero di repubblicani registrati che hanno già votato è molto più alto rispetto al passato, così Elon Musk può esultare sul suo X dicendo che persino nel bluissimo New Jersey si rischia di vincere, distorcendo così ancora un po’ il racconto di questa campagna elettorale in pareggio, e quindi indecifrabile. Intanto nello stato di Washington e in Oregon hanno preso fuoco delle urne in cui erano già stati depositati i voti, le autorità hanno aperto un’inchiesta sugli incendi dolosi e intanto ricontattano tutte le persone che possono aver votato in quelle zone con un’email che dice: se pensi che il tuo voto sia andato distrutto, chiamaci così potrai rivotare (in questi due stati si vota esclusivamente via posta). Si tratta di episodi piccoli, ma anche le cassette con la scritta “Official ballot drop box” sparse in tutta America non sono più soltanto delle cassette, degli utili strumenti per agevolare il voto, sono al centro di teorie del complotto che risalgono al 2020, l’elezione che secondo i trumpiani sono state rubate dal Partito democratico: avendo lasciato impunito l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e avendo permesso che si sedimentasse l’idea che la vittoria di Joe Biden non c’è mai stata, era un imbroglio, ogni urna per le strade può diventare una miccia. “La preoccupazione per le violenze post elettorali è molto alta – dice Nicholas Johnston, che è stato il primo direttore del sito Axios e oggi ne è publisher – ma stiamo scoprendo che dobbiamo preoccuparci anche di quel che accade in questi giorni prima dell’election day, prima del conteggio, perché la disinformazione è molto peggiorata rispetto a quattro anni fa, molti guardrail che c’erano allora sono crollati soprattutto sui social e soprattutto su X, da quando è diventato di proprietà di Musk: la contestazione dei risultati è già iniziata, pure senza risultati”. Disinibito Musk e disinibito Trump, non ci sono freni, così l’ex presidente può dire parlando di Liz Cheney, ex deputata “molto stupida” del Partito repubblicano che fa campagna con Kamala Harris: “E’ una falca della guerra. Mettiamola con un fucile lì in piedi con nove canne di fucile puntate, ok? Vediamo come si sente, con le pistole puntate in faccia”. Ma non ci sono nemmeno più le barriere di protezione. Johnston non è preoccupato tanto dalle contestazioni – “ho iniziato a fare il giornalista alle elezioni del 2000, ve le ricordate sì?” – ma dal fatto che “ci sono delle distanze molto grandi tra le varie bolle informative e non c’è più nessun ponte riconosciuto in modo collettivo a unirle”. Così le realtà parallele non possono più non soltanto coincidere, ma nemmeno mantenere qualche contatto, e la risoluzione dei conflitti, inevitabili, si fa remota.
Fonte: Il Foglio