Type to search

Oro: Confinvest, record prezzo, tra solidità e clima incertezza

Share

“Nel contesto di un clima di incertezza economica e finanziaria globale, l’oro ha continuato la sua ascesa impressionante, stabilendo nuovi record storici. Recentemente, il prezzo ha superato la soglia di 2,756.03 dollari per oncia, spinto da una domanda crescente come bene rifugio in risposta ai turbolenti sviluppi geopolitici ed economici mondiali”. Lo scrive l’Ufficio studi di Confinvest. L’associazione ricorda come “istituti finanziari di spicco come Bank of America e Citigroup prevedono che il prezzo del metallo prezioso possa superare i 3,000 dollari per oncia nei prossimi mesi”.
L’aumento vertiginoso del prezzo dell’oro, analizza l’associazione, è sostenuto da una complessa rete di cause, che spaziano dalle politiche monetarie ultra-accomodanti delle principali Banche Centrali alle crescenti tensioni geopolitiche.
Per Confinvest: “Il debito pubblico degli Stati Uniti, che continua a crescere, suscita preoccupazioni tra gli investitori riguardo alla sua sostenibilità a lungo termine. Questi timori sono accentuati dalle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Le elezioni del 5 novembre sono viste come un potenziale catalizzatore per cambiamenti significativi nella politica economica che, a seconda dell’esito, potrebbe influenzare la stabilità economica globale”.
Poi ci sono le tensioni nel Medio Oriente, che “spingono ulteriormente gli investitori verso l’oro. Ogni nuovo sviluppo o escalation rafforza la reputazione dell’oro come il rifugio più sicuro disponibile, proteggendo i capitali dall’incertezza dei mercati finanziari globali”.
Inoltre, le aspettative di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte delle principali Banche Centrali mondiali, per l’associazione “supportano la forte performance dell’oro”. Un altro importante motore di aumento è rappresentato dagli acquisti consistenti di oro da parte delle Banche Centrali, scrive Confinvest, “che cercano di diversificare le loro riserve in risposta all’instabilità monetaria globale ed alle pressioni inflazionistiche”. (AGI)