Il regista Martin Scorsese non ha dubbi: dalle imminenti elezioni americane “usciranno molti film” e verranno rivelati molti aspetti oggi nascosti. Ma già ora, guardando ai resoconti degli eventi e agli approfondimenti sui giornali, è in atto una pellicola girata dai media in corso d’opera. “La stampa stessa, in un certo senso, sta facendo un film su queste elezioni, proprio nel processo di documentazione e racconto. Se ci sarà ancora la libertà di farlo, usciranno molte opere” su questa tornata elettorale che il 5 novembre opporrà la vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris all’ex presidente repubblicano Donald Trump. Il regista premio Oscar e autore di film come “Mean Streets” (1973), “Taxi Driver” (1976), “The Departed” (2006) e “The Wolf of Wall Street” ha rilasciato queste dichiarazioni prima di essere premiato dalla National Archives Foundation per il suo ultimo film, “Killers of the Flower Moon” (2023). L’organizzazione ha anche premiato la protagonista del film, Lily Gladstone, e l’autore dell’omonimo libro, David Grann, per il loro lavoro collettivo nel raccontare la storia della tribù indiana Osage. I premiati hanno visto riconosciuto il loro impegno nel preservare e raccontare la storia americana “attraverso le vaste risorse ospitate negli Archivi Nazionali e per la loro dedizione nell’amplificare la storia e le storie dei nativi americani” nel Paese. Scorsese, 81 anni, ha spiegato di aver fatto spesso ricorso ai fondi dell’Archivio e alle trascrizioni dei dialoghi registrati all’epoca, che gli hanno permesso di dare vita al film man mano che trovava nuovi spunti e nuovo materiale. “Non riesco a descriverlo, è stato come una specie di organismo vivente che ha continuato a crescere fino a quando non abbiamo montato la versione definitiva”, ha detto in una breve apparizione ai media prima del gala a Washington DC. Il film ha ricevuto 10 nomination agli ultimi Oscar, ma non è riuscito a vincere nemmeno una statuetta. (AGI)