Type to search

Rapinatore ucciso: Shu, colpito con forbici perché avevo paura

Share

“Quando sono uscito di casa, dopo che ho sentito suonare l’allarme alle quattro del mattino, ho preso da un tavolo vicino alla porta delle forbici; le ho prese perché avevo paura che qualcuno mi potesse fare del male. A un certo punto ho visto un uomo che stava uscendo dal bar da sotto la saracinesca; l’uomo che era fuori mi ha lanciato il casco addosso, non mi ricordo se mi ha colpito.Io mi sono spaventato, avevo paura che insieme i due mi avrebbero picchiato; allora ho colpito alla gamba con le forbici quello che stava uscendo dal bar. Credo di averlo colpito due-tre volte, non mi ricordo molto bene”. Zhou Shu descrive al pm le concitate fasi che hanno portato all’omicidio di Eros Di Ronza, di cui è accusato assieme a Liu Chongbing, durante l’interrogatorio riportato nel provvedimento con cui vengono concessi a entrambi i domiciliari. “Ho visto che quello che è uscito dal bar si è alzato in piedi e aveva in mano tanti gratta e vinci; poi ha iniziato a scappare – prosegue la sua narrazione -. Quando è arrivato mio zio, il ladro era già fuggito. Non mi ricordo cosa ha fatto il soggetto che indossava il casco, mi sono reso conto solo dopo che era scappato anche lui e mi sono concentrato sul ladro. Io non volevo che il ladro con i gratta e vinci scappasse, allora ho cercato di afferrarlo per la maglietta e lui ha iniziato a darmi dei pugni in testa, avevo paura che mi facesse del male e allora io l’ho colpito più volte alla pancia con le forbici. Lui è rimasto ni piedi. A quel punto mi sono accorto che era arrivato anche mio zio. Mio zio ha visto che il ladro mi stava picchiando. Ha preso con le mani la testa del ladro per impedirgli di picchiarmi e noi tre siamo caduti per terra. Il ladro si trovava in mezzo a noi e continuava a colpirmi con il piede, allora l’ho colpito ancora con le forbici alla gamba. Mio zio non aveva niente in mano. Poi ho visto che il ladro era fermo, anche io e mio zio eravamo fermi; ho notato del sangue e ho buttato subito le forbici per terra”. Liu Chongbing mette a verbale che “durante il covid-19 sono stato in Cina, sono tornato in Italia a maggio dell’anno scorso; dall’anno scorso a oggi hanno rubato tre volte al bar, portando via gratta e vinci e monete e abbiamo fatto denuncia alla Polizia e messo le telecamere per la sicurezza”. Poi da’ la sua versione: “Stavo dormendo, mi sono alzato, ho messo la giacca e sono sceso giù; io abito sopra il bar al terzo piano, mio nipote invece abita al piano terra. Quando sono sceso ho visto un soggetto che con un casco in mano lo lanciava addosso a mio nipote; subito dopo ho visto anche un altro soggetto uscire fuori dal locale, sotto la saracinesca. Il soggetto con il casco è riuscito a scappare. Non ho visto se mio nipote ha colpito il ladro in questo frangente. L’altro soggetto aveva ni mano tanti gratta e vinci ed è scappato; io e mio nipote l’abbiamo inseguito. L’abbiamo raggiunto, c’è stata una colluttazione tra mio nipote e il ladro. Io ho mai colpito il ladro. A un certo punto ho visto del sangue e non so spiegarmi il motivo. Mio nipote aveva in mano delle forbici e tremava. Io le forbici le ho viste solo alla fine, prima non me ne ero accorto. A quel punto ho capito perché c’era del sangue. Ho detto subito di chiamare la Polizia. Ho preso la mano del ladro per toglierla da dosso a mio nipote perché mio nipote piccolo e il ladro era troppo forte. Non ho colpito il ladro né con le mani né ni altro modo, ho cercato solo di dividerli”. La sua versione non è stata ritenuta convincente perché anche nel suo caso è stata disposta la misura cautelare. La persona insieme alla vittima, di cui parlano gli arrestati, è Emanuele Piombino, accusato del furto assieme a Di Ronza. (AGI)