Il superamento del quorum necessario per le firme per il referendum sulla legge sulla cittadinanza arriva con uno sprint. Una mobilitazione online partita negli ultimi giorni, che ha portato al raggiungimento di ‘quota 500 mila’, quella delle firme utili per convocare una consultazione popolare. Un ‘ingorgo’ – una “scandalosa carenza” dell’infrastruttura, lamentano i promotori della mobilitazione – ha causato rallentamenti al sito del governo dove si può sottoscrivere la proposta, che mira a modificare l’articolo 9 della legge 91 del 1992, con l’obiettivo di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza ininterrotta in Italia prima di poter fare richiesta della cittadinanza.
L’iniziativa, lanciata il 6 settembre da +Europa insieme a una serie di associazioni, era partita in sordina, ma le firme sono aumentate rapidamente, in concomitanza con gli appelli dei vip, che hanno innescato un vero e proprio ‘tamtam’ sui social negli ultimi giorni. Hanno sostenuto la proposta, tra gli altri, i cantanti Ghali e Dargen d’Amico, l’attrice Kasia Smutniak e il fumettista Zerocalcare.
Dopo il 30 settembre, termine della petizione, tutte le sottoscrizioni dovranno essere controllate dalla Corte di Cassazione, che accerterà la correttezza formale della compilazione, per poi approdare alla Corte Costituzionale, che deciderà sull’ammissibilità del referendum. In caso di via libera, il voto ci sarà nella primavera del 2025.
Esulta l’opposizione. In prima linea +Europa, che dopo la notizia del superamento del quorum, convoca un punto stampa con i cronisti in Piazza Montecitorio: “Siamo felici, perché è stato raggiunto l’obiettivo delle 500 mila firme. Il 6 settembre, quando abbiamo depositato il quesito insieme agli altri soggetti promotori, in pochissimi credevano che fosse possibile una mobilitazione del genere, cioè che fosse possibile raccogliere in poco più di due settimane 500 mila firme su un tema difficile, divisivo, come quello della riforma della legge sulla cittadinanza”, ha detto ai giornalisti il segretario di +Europa, Riccardo Magi. “Soprattutto su un tema – ha sottolineato – che questo governo, e molti altri prima di questo, hanno utilizzato in maniera ideologica, avvelenando il dibattito pubblico”.
“Queste 500 mila firme – ha proseguito ancora Magi – sono il segno della non rassegnazione delle persone, e sono anche un grande segno per la democrazia”. “Raggiunte e superate le 500 mila firme per il Referendum Cittadinanza! Ora non fermiamoci, continuiamo a firmare per aumentare il sostegno al referendum e anche per la legge di iniziativa popolare per il salario minimo!”, ha scritto sui social la segretaria Pd, Elly Schlein.
“Il referendum sulla Cittadinanza ha raggiunto le 500mila firme. Ancora una volta l’Italia dimostra di essere molto più avanti di chi la governa”, ha commentato il leader di Sinistra Italiana ed esponente di Avs Nicola Fratoianni.
“Adesso bisogna continuare a firmare, anche solo per vedere la destra sempre più in crisi di nervi di fronte a un’Italia che non conoscono e che si rifiutano di vedere”, ha scritto su Facebook il deputato di Avs e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.
“Il raggiungimento della soglia delle 500 mila firme per il referendum sulla Cittadinanza è una buona notizia per la nostra democrazia”, ha detto il capogruppo di Italia Viva al Senato, Enrico Borghi.
Sostegno all’iniziativa anche da parte di alcuni sindaci, tra cui il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, che parla di “un passo importante per un’Italia sempre più inclusiva e che guarda al futuro”.
Da M5s è la vicecapogruppo alla Camera Vittoria Baldino a far sapere che “da sostenitrice di una riforma sulla cittadinanza e promotrice di una proposta di legge sullo Ius Scholae ho sottoscritto on line, a titolo personale – precisa – il referendum per cambiare la legge sulla Cittadinanza”.
Nel centrodestra, invece, restano posizioni diverse. Lega e FdI sono contrarie a ogni ipotesi di revisione della legge sulla cittadinanza. Mentre i parlamentari FI si riuniranno giovedì per mettere a punto la proposta degli ‘azzurri’ sullo Ius Scholae. Un testo che sarà sottoposto poi agli alleati del centrodestra. Lo conferma anche il ministro degli Esteri, vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che a margine dell’Assemblea dell’Onu a New York ha precisato che la proposta sarà presentata “innanzitutto ai nostri alleati e poi in Parlamento”. Quella della cittadinanza è una “questione seria” che non deve diventare “oggetto di giochini parlamentari”, ha aggiunto. (AGI)