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Carceri: Cnel-Teha, solo il 33% dei detenuti lavora

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Attualmente, solo il 33% dei detenuti in Italia è coinvolto in attività lavorative, di cui l’85% alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, spesso in ruoli 2 a basso valore aggiunto. La promozione della reintegrazione sociale dei detenuti attraverso l’istruzione, la formazione e l’accesso al lavoro è quindi più urgente che mai secondo quanto emerge dal Paper “Recidiva Zero. Istruzione, Formazione e Lavoro in Carcere: dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema”, realizzato da TEHA per conto del CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, presentato a Cernobbio.
L’assenza di opportunità lavorative per i detenuti priva lo Stato di un possibile ritorno sul PIL, spiega lo studio, fino a 480 milioni di Euro. Secondo le proiezioni di TEHA, in un primo scenario ipotetico, mantenendo invariato il numero di detenuti, se la percentuale di detenuti occupati in attività lavorative aumentasse dal 33% attuale al 60%, con l’85% di essi ancora impiegato presso l’Amministrazione Penitenziaria in attività a basso valore aggiunto, il ritorno sul PIL ammonterebbe a 288 milioni di Euro. In un secondo scenario ipotetico, se la percentuale di detenuti occupati in attività lavorative aumentasse dall’attuale 33% all’80%, con tutti gli extra-lavoratori impiegati presso imprese o cooperative in attività a maggior valore aggiunto, il ritorno sul PIL raggiungerebbe i 480 milioni di Euro. Queste stime mettono in evidenza il potenziale impatto positivo sul PIL derivante dall’incremento delle opportunità lavorative per i detenuti, soprattutto se orientate verso settori ad alto valore aggiunto e promosse attraverso Partnership Pubblico-Private.
Nelle carceri italiane esistono spazi per il lavoro e la formazione che sono ad oggi inutilizzati, a causa della carenza di infrastrutture e opportunità per attività di riabilitazione e reinserimento sociale. Nel 2022, su 164 istituti, solo il 58% degli spazi dedicati a tali attività erano attivi, mentre il restante 42% risultava non utilizzato. Per migliorare la situazione attuale, il PNRR ha stanziato 132,9 milioni di Euro entro il 2026 per costruire e ottimizzare padiglioni e spazi all’interno delle carceri, creando 640 nuovi posti detentivi e favorendo attività lavorative per ridurre i tassi di sovraffollamento e recidiva. (AGI)

CRE/NIV