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Mediterrartè : Classico Contemporaneo di arte e cultura nel mediterraneo.

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di Alfio Chiarello

Al via la IV edizione del festival internazionale delle realtà artistiche del
Mediterraneo. Organizzato da Artelè, il progetto propone, tra Catania e Siracusa,
spettacoli di teatro e danza che trasmettono la potenza della cultura mediterranea

La potenza della cultura mediterranea è al centro di Mediterrartè – Classico Contemporaneo, un
festival internazionale che celebra le realtà artistiche del Mediterraneo. Giunto alla sua quarta
edizione, il Festival si terrà come di consueto tra Catania e Siracusa in luoghi iconici delle due
città come la Corte Mariella Lo Giudice (Palazzo della Cultura), il museo Diocesano, la Cappella
Bonajuto a Catania, e il Teatro Massimo, l’Ex Convento San Francesco, il cortile Gargallo a
Siracusa e prevede spettacoli ed eventi che spaziano tra vari campi dell’arte e della cultura. Ideato e
organizzato da Artelè, Mediterrartè offre proposte innovative e interdisciplinari, creando un
progetto culturale unico nel suo genere per approccio e dislocazione geografica. Il focus è su artiste
e artisti che, ispirandosi alla tradizione classica e alla cultura popolare, rinnovano il linguaggio
artistico e riflettono sul significato profondo dello spettacolo dal vivo, creando una relazione viva
tra rito e intrattenimento.
Ad aprire il festival è la tradizione dei pupi catanesi che incontra la letteratura e rinnova il suo
repertorio grazie allo spettacolo Astratti furori siciliani. Questo evento, in programma il 3
settembre al Museo Diocesano di Catania, è una riduzione e adattamento per pupi catanesi di
Alessandro e Fiorenzo Napoli da "Conversazione in Sicilia" di Elio Vittorini, presentato dalla
compagnia Arte Pupi Fratelli Napoli. Lo spettacolo, che sarà poi replicato il 6 settembre al Teatro
Massimo di Siracusa, esplora i temi del capolavoro di Vittorini e la tradizione dell’Opera dei Pupi,
con personaggi e simbolismi che comunicano un messaggio universale sulla necessità di ristabilire
ordine e giustizia nel mondo.
L'8 settembre all’Ex Convento S. Francesco (sede dell’Accademia D’arte dell’Istituto Nazionale
del Dramma Antico) di Siracusa e il 9 settembre al Palazzo della Cultura-Corte Mariella Lo
Giudice di Catania, sarà la volta di Elena, diretto da Nicasio Anzelmo, con Mariano Rigillo, Anna
Teresa Rossini, Silvia Siravo, Ruben Rigillo, Alessandro D’Ambrosi, Chiara Barbagallo, Annalisa
Amodio e Gaspare Di Stefano. Questa innovativa tragedia di Euripide rovescia il mito e trasforma
la figura di Elena da traditrice a donna fedele. Uno spettacolo ricco di situazioni surreali e
umoristiche che grazie alla lettura favolistica interpretata magistralmente rende il mito più attuale
che mai.
Il 10 settembre, sempre alla Corte Mariella Lo Giudice di Catania e l’11 settembre al Teatro
Massimo di Siracusa, sarà in scena il pluripremiato spettacolo internazionale Un poyo rojo,
coreografato da Nicolás Poggi, Luciano Rosso e Alfonso Barón, con la regia di Hermes Gaido.
Questa piéce, nata nella periferia di Buenos Aires, è un esempio di come l’interdisciplinarietà può
rinnovare il linguaggio scenico creando un mix di comicità, commozione, teatro, danza e acrobatica
oltre la parola che ha già conquistato il pubblico internazionale con più di 1400 repliche in tutto il
mondo.
Il 12 settembre al Teatro Massimo di Siracusa, si terrà lo spettacolo spagnolo You say tomato di
Joan Yago, diretto da Joan Maria Segura Bernadas, con Anna Moliner e Joan Negré. Uno spettacolo
in catalano che affonda la sua drammaturgia nel teatro di tradizione spagnolo per riportarci una
commedia fresca che riflette sul ruolo del teatro e degli attori oggi.
Dal 18 al 20 settembre, il Teatro Massimo Città di Siracusa ospiterà la trilogia dedicata alle
donne del mito, firmata da Luciano Violante, vincitore del premio Enriquez nella sezione nuova
drammaturgia proprio per questo progetto. L’ex magistrato, politico e parlamentare, da tempo
appassionato studioso del mito classico e del suo messaggio alla contemporaneità, ha composto
quest’opera dedicata a tre grandi figure mitologiche, con la regia di Giuseppe Dipasquale e
l’interpretazione di Viola Graziosi, recentemente premiata con il premio Enriquez – Teatro Classico
e Contemporaneo nella Sezione Miglior Attrice, e Dipasquale, riconosciuto come Miglior Regia. In
scena arriveranno: Clitemenestra, che rivendica giustizia con le mani sporche di sangue (18
settembre); Medea, che uccide i figli per evitar loro di diventare schiavi e rivendicare la propria
dignità di donna (19 settembre); e Circe, sacerdotessa del dolore e riflesso delle profondità irrisolte
altrui (20 settembre).
Sulla scia del dibattito sociale e culturale avviato dalla trilogia di Violante è il commovente
spettacolo francese Lettre aux paysans di Jean Giono, diretto da Alain Besset con Grégory
Bonnefont. Scritto nel 1938, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, "Lettera ai contadini sulla
povertà e la pace" propone un legame profondo con la terra come mezzo per respingere la guerra e
la violenza. Lo spettacolo andrà in scena il 22 settembre alla Cappella Bonajuto di Catania e il
23 settembre al cortile Gargallo di Siracusa.
Il 25 settembre a Siracusa si ritorna al mito con lo spettacolo Amore e Psiche, una piéce in cinque
quadri di Manuel Giliberti, dedicata ad Apuleio, scrittore latino di origine africana e figura singolare
della letteratura latina, il cui stile e le sue favole esercitarono un notevole influsso sulla letteratura
successiva.
Il 27 settembre a Catania e il 28 e 29 di settembre all’Ex Convento S. Francesco di Siracusa,
verrà rappresentato I Persiani di Eschilo, diretto da Claudio Collovà con la partecipazione di
Giuseppe Pambieri e con Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Micol Pambieri e Nicolas Zappa. Lo
spettacolo riflette sull’identità collettiva di vincitori e vinti nelle guerre persiane, rivelando la
ciclicità della storia umana.
A chiusura del festival, il 30 settembre al Teatro Massimo di Siracusa, uno spettacolo di danza
che prevede il coinvolgimento di artisti locali e di un workshop: Oratorio per Eva di Roberto
Zappalà, una creazione dedicata a Eva, simbolo universale che collega la prima donna biblica alla
donna di oggi. La coreografia, con Maud de la Purification (Premio Danza&Danza 2023 per
l'interpretazione di questo spettacolo) rielabora il tema della sofferenza del corpo da una nuova
prospettiva. La drammaturgia è di Nello Calabrò e le musiche sono di Giovanni Seminerio.
Infine nell’edizione di quest’anno, il festival promuove nuovi processi teatrali e nuovi talenti con
l’inserimento all’interno della programmazione di estratti di testi di drammaturgie nate nell’ambito
del progetto internazionale Interactiones realizzato nell’ambito di Boarding Pass Plus promosso dal
MiC. 
Mediterrartè Classico Contemporaneo, anche per quest’anno, si distingue per un programma intenso
e variegato di grande spessore, volto a riflettere la ricchezza e le molteplici sfaccettature della
cultura mediterranea rivolgendosi alle comunità resistenti ma anche alla multiforme presenza di
visitatori in cerca di proposte turistiche e culturali di qualità.