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Carceri: Magi, situazione frutto fabbrica reati del governo

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“Il governo ha una responsabilità politica diretta della situazione drammatica delle carceri. Nel decreto carceri approvato dal Parlamento non c’è nulla che abbia un effetto immediato deflattivo rispetto ai numeri che ci sono, inoltre l’impennata degli ingressi in carcere registrata negli ultimi mesi è direttamente collegata alle misure di aumenti di pene o creazione di nuovi reati”. Lo ha detto intervenendo su Radio 1 Riccardo Magi, segretario di +Europa. “Prima di pensare a costruire nuovi carceri bisognerebbe partire dai dati diffusi dal Dap: in Italia quasi la metà dei detenuti sono in carcere per violazione del testo unico degli stupefacenti, nella maggior parte dei casi per reati di lieve entità. Il governo con il decreto Caivano, invece di diminuirle, ha aumentato le pene proprio per i reati di lieve identità, quei reati per cui solo qualche anno fa anche il ministro Nordio diceva che non avrebbero dovuto portare in carcere”, ha proseguito Magi.
Per fronteggiare l’emergenza – ha continuato sottolineato – serve subito una misura di rafforzamento della liberazione anticipata speciale, su cui c’è già una proposta a prima firma Giachetti, e secondo me serve prevedere il numero chiuso negli istituti penitenziari rispettando la capienza regolamentare del sistema penitenziario italiano. Poi bisogna cominciare a riformare il carcere: noi abbiamo depositato una proposta di legge affinché chi ha meno di un anno di pena da scontare possa farlo nelle case di reinserimento sociale, strutture volte alla formazione lavorativa e alla formazione professionale”
“Inoltre va rispettata anche la sentenza della corte costituzionale sull’affettività in carcere: la pena non può andare oltre la privazione della libertà e i detenuti devono poter godere di questo diritto quando questo non costituisce elemento di pericolosità”, ha concluso Magi. (AGI)