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Giuseppe Di Stefano, un ‘artista indimenticabile, made in Catania.

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di Patrizia Orofino

“L’arte nel suo mister, le diverse bellezze insiem confonde!” Chissà quante volte questi versi, tratti dalla Tosca di Puccini, vennero interpretati magistralmente da Giuseppe Di Stefano che, rappresentano solo una delle tante arie d’opera, del vasto repertorio, cui il maestro ha dedicato la sua vita. Nato 123 anni fa a Motta S. Anastasia provincia di Catania, il 24 Luglio del 1921, è considerato uno dei più grandi tenori del dopoguerra. Si trasferì con la famiglia d’origine a Milano in tenera età, manifestando fin da piccolo l’amore per il bel canto, infatti a tredici anni entrò a far parte del coro del seminario arcivescovile, della chiesa di S. Arialdo; appena quindicenne venne notato da un suo conoscente, grazie al suo “acuto,” che, generosamente si offrì di pagargli le prime lezioni di canto, presso il maestro Baritono Montesanto. Nei primi anni quaranta la musica leggera di allora, gli permise di esibirsi nelle osterie milanesi dietro compenso, necessario tra l’altro per aiutare la sua famiglia fortemente in difficoltà economiche. Ovunque cantasse, Di Stefano, riscuoteva successo ma anche incoraggiamento da parte dei primi estimatori i quali avevano visto e sentito in lui quel qualcosa di diverso che si chiama: talento. Giuseppe capì che, per tentare la fortuna doveva mettersi in gioco, decise con il supporto dei famigliari e di amici che credevano in lui, di farsi conoscere nei teatri d’Opera Lirica; il traguardo era più vicino di quanto lui stesso avrebbe mai pensato, in soli cinque anni Di Stefano, cantava nei teatri italiani ed internazionali; il successo era arrivato, il talento acclamato. Debuttò a Reggio Emilia nel 1946, nella Manon di Messenet nel ruolo di Des Grieux, e proprio agli inizi della sua carriera, egli si dedicò più all’interpretazione delle opere francesi che italiane, quei melodrammi d’opera seria( lirica tipica italiana) vennero in un momento successivo; “Mignon” fu un altro dei suoi successi, così come pure opere del Bizet, ( Carmen e I pescatori di perle) Gounod, ( Faust) Lehàr, (Der Zarewitsch) Mozart,( Der Schauspieldirektor) ecc… Per quanto riguarda il repertorio lirico italiano Di Stefano interpretò sempre con grande successo, opere del Donizetti, ( Lucia di Lammermoore e La favorita) Leoncavallo, ( Pagliacci) Verdi,( Rigoletto,La traviata, Il trovatore) Rossini, (Il barbiere di Siviglia) Puccini,( Tourandot, Madame Butterfly) fino ad arrivare a nostri Vincenzo Bellini, ( I puritani e Norma) e Pietro Mascagni (Cavalleria rusticana, L’amico Fritz, e Iris) e tante altre! Il suo modo unico e meraviglioso, di cantare interpretando con un fare personale i melodrammi, accompagnato dalla sua voce piena ed estesa, con una dizione perfetta fecero di lui un autentico fuoriclasse un artista raro ancora oggi, considerato da molti artisti del mondo lirico, dai cantanti ai critici più severi, uno dei più grandi tenori mai esistiti, grazie proprio a quelle doti che possedeva, e che legavano a sè tecnica, musicalità ed interpretazione teatrale. In privato era una persona socievole e solare, si sposò nel 1949 con Maria Girolami da cui ebbe tre figli, innamoratosi nei primi anni settanta della Callas, con la quale ebbe con lei una relazione sentimentale e che portò di li a poco, al divorzio dalla moglie nel 1976. Un anno dopo, fa breccia nel suo cuore un soprano d’operetta, Monika Curth che sposerà nel 93 e che fu la sua compagna di vita, fino al 2008 quando morì nella sua casa in provincia di Lecco, il 3 Marzo. Quella del Maestro Pippo Di Stefano, fu una vita ricca di straordinari capitoli, ed in questo giorno in cui sarebbe ricorso il suo compleanno, Catania ma in generale il mondo della lirica, oggi ricorda uno dei suoi più degni figli.