La nave Humanity 1 della ong Sos Humanity ha salvato 291 persone in pericolo nel Mediterraneo centrale in tre operazioni di salvataggio. Le autorità italiane hanno assegnato come luogo sicuro il lontano porto di Bari.
Questa mattina l’equipaggio aveva individuato un’imbarcazione in difficoltà al largo delle coste libiche: un gommone inadeguato e sovraffollato con 111 persone a bordo, nessuna delle quali aveva giubbotti di salvataggio o altre attrezzature di salvataggio. Mentre il salvataggio era ancora in corso, l’aereo civile Seabird ha segnalato all’equipaggio di Humanity 1 un secondo gommone in pericolo, inadeguato e sovraffollato, con 102 persone a bordo, che poi sono state portate sulla Humanity 1. Poco dopo, l’equipaggio ha avvistato un altro gommone in pericolo, che stava già imbarcando acqua. Coordinato dal centro di coordinamento italiano dei soccorsi, l’equipaggio sono iniziate le operazioni di salvataggio, che hanno portato a bordo dell’Humanity 1 altri 78 sopravvissuti. Le operazioni di salvataggio si sono concluse al termine della mattinata.
Tra i 291 naufraghi vi sono più di 100 minori, tra cui bambini e neonati. La maggior parte dei minori non è accompagnata. A bordo vi sono anche più di 40 donne, alcune delle quali sono incinte. “Un motoscafo libico – racconta l’ong – è arrivato sul posto dopo che l’equipaggio di Humanity 1 aveva iniziato le operazioni di salvataggio. Non è stato possibile stabilire una comunicazione in inglese. L’unità libica è rimasta a distanza mentre l’equipaggio di Humanity 1 effettuava i soccorsi. L’equipaggio di Humanity 1 ha tenuto debitamente informate tutte le autorità statali competenti durante tutte le fasi delle operazioni di salvataggio”.
Bari dista più di 1.100 chilometri dal luogo del salvataggio. “Questo comporta – afferma l’ong – un rischio e una tensione inutili per i sopravvissuti, che secondo il diritto marittimo internazionale devono poter sbarcare senza indugio nel luogo sicuro più vicino”. (AGI)