Type to search

Milano: lanciato manifesto per finanziamento etico a politica

Share

Un Manifesto per un finanziamento etico, trasparente e democratico alla politica, per “una “visione di una politica più aperta, dove la competizione fra partiti nuovi e stabiliti, grandi e piccoli, parta dallo stesso livello”. Per questo “crediamo che il coinvolgimento nel sostegno attivo (anche economico) alla politica di cittadini e cittadine sia un passo cruciale verso una democrazia più partecipativa e trasparente”. Lo hanno promosso le organizzazioni Raise the Wind, The Good Lobby, Transparency International Italia e Volt Italia, presentato oggi in conferenza stampa nella sede Ipsos di Milano. “La politica – si legge nel manifesto – rappresenta il cuore pulsante della nostra società” e “riconosciamo che, senza fondi adeguati, non può funzionare” considerato che “ad oggi, la fonte primaria di finanziamento di molti partiti è la rimessa dei loro membri che occupano posizioni in Parlamento”. Tra i punti del manifesto: adottare codici per la raccolta di fondi, dichiarare le donazioni in conflitto di interesse, garantire etica, sostenibilità, integrità e giustizia, assicurare la rendicontazione tempestiva e accessibile delle spese elettorali ad ogni livello, incoraggiare una partecipazione dal basso al finanziamento dei partiti tramite campagne di comunicazione. Per questo obiettivo, secondo i promotori del manifesto, le istituzioni dovrebbero istituire un registro elettronico unico per finanziamenti e rendiconti, potenziare organi di controllo e monitoraggio, perfezionare ulteriormente i codici di condotta di Camera e Senato. Fondazioni e associazioni legati ai partiti invece dovrebbero garantire più trasparenza rispondendo alla stesse regole dei partiti in termini di rendicontazione e donazioni. “Come le vicende che hanno travolto il governatore ligure Toti dimostrano, un finanziamento alla politica prevalentemente privato avrebbe bisogno di anticorpi in materia di trasparenza ad oggi ancora largamente assenti – spiega Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby -. Servirebbero una regolamentazione del lobbying che ci permetta di rendere pubblici i rapporti tra i portatori di interesse e le istituzioni; una piattaforma unica nazionale che permetta a tutti un controllo puntuale e costante del finanziamento, non solo ai partiti ma anche ai candidati e alle fondazioni politiche; risorse adeguate per il comitato incaricato di controllare ed eventualmente sanzionare”. (AGI)