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M.O.: si discute tregua ma Israele colpisce ancora

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Nonostante gli appelli internazionali perché Israele e Hamas discutano la proposta di una tregua annunciata due giorni fa dal presidente americano Joe Biden, continuano gli attacchi di Israele sulla Striscia di Gaza e in particolare a Rafah. Mentre la guerra sta per compiere 8 mesi, nonostante le proteste della comunità internazionale, l’esercito israeliano continua l’offensiva sulla città del sud confinante con l’Egitto. Da quello che è ormai divenuto l’epicentro della guerra, circa un milione di palestinesi sono fuggiti di fronte all’avanzata, sotto copertura aerea delle forze israeliane. “A causa delle operazioni israeliane, migliaia di famiglie sono state costrette a fuggire. I 36 rifugi a Rafah dell’UNRWA sono ormai vuoti”, secondo l’agenzia dell’Onu. Testimoni locali riferiscono di aver visto veicoli militari israeliani a Rafah occidentale e centrale e di avere udito forti esplosioni, accompagnate da combattimenti, spari continui con droni ed elicotteri Apache. La Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato di aver ricevuto richieste di aiuto da parte dei civili di Rafah, ma ha spiegato che è “molto difficile” raggiungerli “a causa dei continui bombardamenti israeliani”. Nel nord della Striscia, tre palestinesi, tra cui un bambino, sono stati uccisi in un bombardamento che ha distrutto la loro casa nel quartiere Al-Darraj della città di Gaza, secondo una fonte ospedaliera. Al centro, anche i settori di Deir al-Balah, Bureij e Nousseirat sono stati presi di mira dagli attacchi israeliani. L’esercito ha confermato gli attacchi, parlando di operazioni “mirate” a Rafah e nel centro di Gaza. Nelle ultime 24 ore, secondo IDF, sono stati presi di mira “30 obiettivi terroristici, tra cui depositi di armi e cellule armate”.
Sul fronte diplomatico, i Paesi mediatori Qatar, Stati Uniti ed Egitto hanno chiesto congiuntamente a “Hamas e Israele di finalizzare l’accordo di cessate il fuoco basato sui principi stabiliti dal presidente Joe Biden, che mette insieme le richieste di tutte le parti “. Dopo che il capo della Casa Bianca ha spiegato i termini della proposta per un accordo in tre fasi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua contrarietà a trattare prima di avere distrutto Hamas. Ma il capo del governo è sotto pressione: i suoi ministri di estrema destra, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno minacciato di lasciare il governo se dovesse cessare le ostilità prima di porre fine ad Hamas, mentre molti israeliani continuano a scendere in piazza per chiedere un accordo che garantisca prima di tutto il rilascio degli ostaggi. Il leader dell’opposizione Yaïr Lapid e il presidente Isaac Herzog appoggiano invece l’accordo se prevede la liberazione degli ostaggi e tutela gli obiettivi di sicurezza dello Stato”. Hamas ha considerato in modo positivo la proposta di Biden, ma ha ribadito la richiesta di un cessate il fuoco permanente e di un ritiro totale di Israele da Gaza. Oggi al Cairo si svolge un incontro fra Egitto, Stati Uniti e Israele per discutere del valico di Rafah, cruciale per l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza e chiuso da quando le forze israeliane hanno preso il controllo della parte palestinese a maggio. Secondo le autorità israeliane, 764 camion egiziani che trasportavano aiuti sono entrati a Gaza questa settimana attraverso il valico di Kerem Shalom, ma le ONG continuano a denunciare che non sempre gli aiuti arrivano alla popolazione. (AGI)

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