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Pnrr: Gentiloni, Conte? Fu l’algoritmo. M5s al contrattacco

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A portare i soldi del Pnrr in Italia non è stato Giuseppe Conte, ma l’algoritmo. Le parole di Paolo Gentiloni, estrapolate da un libro che ripercorre la nascita del Next Generation Eu, arrivano come un fulmine a ciel sereno a Campo Marzio, quartier generale dei Cinque Stelle. Ma incredulità circola anche in ambienti dem. Anche perchè nei giorni scorsi non pochi esponenti Pd di primo piano avevano calcato la mano sul successo della trattativa condotta da Conte in Europa. Tanto da spingere il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a lanciare un appello perchè i dem si riappropriassero di quota parte del merito. “Oggi parliamo del Pnrr come a qualcosa di scontato, ma senza il Pnrr e senza la creatività e la convinzione di una battaglia politica in consiglio europeo che considerava necessario quello che sembrava impossibile, non avremmo avuto questo straordinario strumento. Perché dobbiamo regalare a Giuseppe Conte dei successi di cui siamo stati magna pars?”, diceva meno di sette giorni fa il sindaco Gualtieri alla presentazione del libro di Goffredo Bettini. E due gorni fa in Campidoglio, davanti allo stesso Gentiloni e a Elly Schlein, il sindaco offriva una lunga carrellata dei progetti avviati nella Capitale con il Pnrr ottenuto dal governo di cui lui faceva parte in qualità di ministro del’Economia. Gentiloni prova ad aggiustare il tiro, pur confermando che la proposta di suddivisione del Next Generation Eu arrivò dalla Commissione: “E’ verissimo che il governo italiano ha dato un contributo fondamentale sul fatto che si arrivasse al Next Generation Ue”, dice riconoscendo cge in Commissione Europea ci fu “un negoziato feroce, durato mesi”, prima di una “lunghissima riunione” fra i leader europei “in cui sicuramente l’ex premier Giuseppe Conte ha svolto un ruolo importante, così come l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri”.
Quanto alla suddivisione delle risorse, però, “la proposta venne dalla Commissione e i governi accettarono. L’unica cosa che chiesero di inserire i governi fu una sorta di conguaglio dopo due anni, per alcuni è stato benefico per altri meno, per altri come l’Italia era neutro”. Fonti M5s sottolineano con un misto di stupore e fastidio il fatto che “Gentiloni stia facendo campagna elettorale da commissario europeo”. Un deputato, interpellato in Transatlantico, si chiede “quali siano state, invece, le grandi conquiste dell’Italia in sede Europea con Gentiloni commissario”. La reazione dei vertici Cinque Stelle è fortissima: “Rammarica constatare come il Commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, tenti di manipolare la genesi del Pnrr provando a minimizzare il ruolo del governo Conte”, spiega il vicepresidente del Movimento, Riccardo Ricciardi, che accusa Gentiloni di non voler “parlare della vera conquista di Giuseppe Conte in quel drammatico 2020: aver convinto l’Ue che sarebbe stato semplicemente folle per l’Italia e per altri Paesi accettare le prima offerta europea, che era quella di attivare qualche prestito del Mes o della Bei, quando in realtà serviva un intervento molto più solidale e massiccio, che soltanto una prima e storica emissione di debito comune europeo avrebbe potuto conseguire. E così è stato”. Ma è del capogruppo al Senato Stefano patuanelli, ministro ai tempi del Conte 2, la stilettata più forte nei confronti di Gentiloni e del suo partito. Patuanelli, infatti, tira in ballo una figura simbolo del’europeismo e della storia del Pd come David Sassoli. In un video postato sui profili social dell’esponente M5s, Sassoli era intervistato dal Tg3 nelle ore immediatamente successive all’accordo sul recovery Fund: “La delegazione italiana è arrivata quì. Sul tavolo c’erano 170 miliardi, ma stanotte sono tornati in Italia con 209 miliardi. Ma non è solo questa l’importanza che ha avuto l’Italia in questi giorni”, aggiungeva l’allora presidente del Parlamento europeo: Tre mesi fa parlare di Bond europei, di risposta comune e di debito comune era praticamente impensabile. Oggi non è più un tabù. La delegazione guidata dal presidente Conte e dai suoi ministri ha fatto onore a un Paese fondatore dell’Ue”. E a commento delle parole di Sassoli, Patuanelli sottolinea: “Mi spiace vedere la sciatteria con cui un commissario liquida quella stagione, peraltro sproloquiando alla fine del suo mandato e alla vigilia di una competizione europea. Solo per danneggiare un’altra forza politica. Che tristezza”. (AGI)
MOL