Otto parole per scrivere il futuro dell’Europa. A poche settimane da elezioni che determineranno la storia dei prossimi cinque anni del vecchio continente, e forse anche molti più di cinque, Michele Bellini rilegge le direttrici su cui dovrà essere declinata la scommessa di una integrazione che si profila come sempre più necessaria e sempre più difficile.
“Salviamo l’Europa. Otto parole per riscrivere il futuro”, edito da Marietti e con una prefazione di Enrico Letta, è l’analisi delle politiche comunitarie che sarebbero essenziali all’Unione europea mentre si muove in un panorama sempre più complesso, con due conflitti alle sue porte, in Ucraina e in Medio Oriente, gli Stati uniti al bivio di elezioni divisive e il nuovo protagonismo non solo economico ma anche geopolitico della Cina.
“Integrazione contro disgregazione” è il fil rouge proposto da Letta nella prefazione che introduce l’analisi di Bellini, giovane ricercatore italiano che ha lavorato nella direzione della Scuola di affari internazionali di Sciences Po a Parigi e alla ‘Académie Notre Europe dell’Istituto Jacques Delors, prima di tornare in Italia attirato dalle sirene della politica attiva.
Geopolitica, allargamento, sovranità, democrazia, sostenibilità, immigrazione, convergenza e tecnologia sono le parole che Bellini pone come trama per raccontare e spiegare le sfide che attendono il Continente nei prossimi anni, ma anche per far comprendere come il futuro dell’Unione europea riguardi sempre più tutti noi.
La Ue è entrata nelle nostre case, fa notare Bellini, quando ci ha permesso di avere gratis i vaccini contro il Covid, ci ha aiutato ad affrontare la crisi energetica dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ci aiuterà a rinnovare i nostri Paesi con i fondi del Pnrr. ”Oggi non si può più ignorare l’Europa” scrive nelle sue conclusioni l’autore che consegna come ultima riflessione al lettore un assioma: “fare l’Europa è fare la pace”. (AGI)
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