Prima della manifestazione dei disturbi dello spettro autistico (Asd) sembrano verificarsi dei cambiamenti nel metabolismo che potrebbero essere utilizzati come biomarcatori per la condizione. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Communications Biology’, condotto dagli scienziati della School of Medicine presso l’Università della California a San Diego. Il team, guidato da Robert Naviaux, ha individuato dei percorsi biochimici responsabili dei cambiamenti nel metabolismo che sembrano responsabili della comparsa dell’autismo. Caratterizzato da difficoltà nella socializzazione e nella comunicazione, l’Asd può manifestarsi con comportamenti ripetitivi e può essere associato a una disabilità significativa. Sebbene sia noto il ruolo della componente genetica, è stato dimostrato che esistono fattori di rischio ambientali legati allo sviluppo e alla gravità della condizione. “Nei primi mesi di vita – afferma Naviaux – l’aspetto fisico e il comportamento di un bambino che svilupperà l’autismo sono indistinguibili da quelli di un individuo neurotipico. Stiamo iniziando a comprendere le dinamiche associate al rischio di comparsa dei primi sintomi dello spettro autistico. La diagnosi precoce è fondamentale per un intervento tempestivo”. I ricercatori hanno esaminato due gruppi di piccoli partecipanti, coinvolgendo una coorte di neonati, in cui non è possibile valutare il rischio di autismo, e un insieme di bambini di cinque anni. Gli scienziati hanno confrontato i profili metabolici dei soggetti, scoprendo differenze sorprendenti tra le due sottocoorti. Dei 50 diversi percorsi biochimici analizzati, riportano gli esperti, 14 erano responsabili dell’80 per cento dell’impatto metabolico dell’autismo. “Comportamento e metabolismo sono intrinsecamente correlati – riporta Naviaux – il metabolismo è il linguaggio che il sistema immunitario, il cervello, l’intestino e l’organismo in generale utilizzano per comunicare. I disturbi dello spettro autistico si manifestano quando la comunicazione tra i vari sistemi subisce un’alterazione. Nei prossimi step – conclude – speriamo di riuscire a individuare bersagli farmaceutici mirati ai percorsi metabolici. Questo approccio potrebbe portare allo sviluppo di opzioni di trattamento innovative per i bambini con Asd”. (AGI)
SCI/RED