L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha creato un nuovo fondo dedicato al rafforzamento della protezione di chi è costretto a lasciare il proprio Paese a causa del cambiamento climatico, il Climate Resilience Fund.
Secondo le stime della Banca Mondiale, il riscaldamento globale potrebbe colpire 216 milioni di persone entro il 2030. L’obiettivo del Fondo per la resilienza climatica è di raccogliere 100 milioni di dollari entro il 2025 per aiutare le comunità più a rischio a prepararsi e ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico. Siccità, tempeste, inondazioni: le ripetute catastrofi legate al riscaldamento globale hanno già costretto 114 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, bisognose così del sostegno dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
“Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più devastanti, esacerbano i conflitti, distruggono i mezzi di sussistenza e, in ultima analisi, sfollano le persone”, ha dichiarato da Ginevra Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Tuttavia, “i fondi stanziati per combattere gli effetti del cambiamento climatico non vanno a beneficio degli sfollati o delle comunità che li ospitano”, ha evidenziato Grandi. Secondo fonti Onu, negli ultimi dieci anni, 225 milioni di persone sono diventate rifugiati climatici. Sulla carta, il fondo in questione dovrebbe riunire tutte le sue azioni relative al clima e includere in particolare il Fondo per la protezione ambientale dei rifugiati, istituito nel 2021. Nello specifico sarà utilizzato per proteggere le comunità più minacciate dal riscaldamento globale, fornendo loro i mezzi per prepararsi, affrontare e superare i rischi che esso comporta. Tra le varie azioni in programma ci sono la fornitura di energia pulita per alimentare le forniture idriche, le scuole e i servizi sanitari nelle aree ospitanti, oltre alla costruzione di rifugi adatti al cambiamento climatico. (AGI)
RED/VQV