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Def: martedì in Cdm, stima crescita Pil 2024 intorno all’1%

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Governo al lavoro per varare il Documento di Economia e Finanza, atteso martedì in Consiglio dei ministri. Tanti i fattori che pesano sulle previsioni di sviluppo e sui conti pubblici. Quelli esterni, come il contesto economico globale influenzato da numerosi focolai di crisi, l’attesa per l’avvio della stagione di ribassi dei tassi di interesse. Quelli interni, come la gestione contabile della stagione dei bonus edilizi pensati per rilanciare la pandemia durante la pandemia di Covid. A giugno Eurostat dovrebbe spiegare come conteggiare i crediti 2024 e quelli incagliati.
L’esecutivo prevederà una crescita del Pil nel 2024 “intorno all’1%”, ha affermato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, a margine del workshop Ambrosetti di Cernobbio. “Da che sono al Mef – ha ricordato – raramente sono stati sbagliati i conti, nonostante quello che dicevano tutti. Alla fine i conti li ha sempre azzeccati il Mef negli ultimi anni”. Il rapporto debito/Pil, ha aggiunto, “certamente” resterà sotto i 140 punti.
Quanto al deficit, “non ci sono preoccupazioni particolari, stiamo aspettando i conteggi definitivi di tutti i bonus edilizi”, ha spiegato Freni. “Non do la croce a un bonus piuttosto che all’altro – aggiunge – stiamo aspettando i conteggi definitivi che ovviamente, visto che si tratta di grandezze importanti, influenzano i conti dello Stato”.
“Non sono assolutamente preoccupato. – ha detto il vicepremier Matteo Salvini, a Torino per partecipare al convegno sull’autonomia differenziata – La nostra economia cresce più di quasi tutta l’economia europea. Sono assolutamente soddisfatto e fiducioso”. Ieri si è svolta una riunione di lavoro preparatoria a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in vista del varo del Def. Nei giorni scorsi il titolare del Mef ha parlato di una crescita attesa attorno a un “modesto 1%”, poco sotto l’1,2% indicato nella Nadef in autunno, sottolineando però che si tratterebbe di un risultato migliore di quello che segna la Germania, alle prese con la stagnazione.
Bankitalia stima il Pil dell’Italia in crescita dello 0,6% nel 2024, dell’1% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026 e ha rivisto al ribasso le stime dell’inflazione che “diminuirebbe nettamente nel 2024”, all’1,3%, mentre a dicembre scorso prevedeva 1,9%. Ma Palazzo Koch ha anche avvertito che nel prossimo triennio l’occupazione, dopo il forte aumento del 2023, dovrebbe continuare a crescere “ma a ritmi inferiori”.
Il Def della prossima settimana potrebbe essere l’ultimo del suo genere. Come ricordato da Giorgetti le sezioni sul programma di stabilità e quello nazionale di riforma saranno rispettivamente assorbite dal piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio. Mentre sulla seconda sezione e gli allegati al Def è in corso una riflessione su come declinare i documenti.
“Questo è l’ultimo Def classico che conosciamo, perché poi la programmazione sarà fatta con gli atti comunitari all’esercizio del nuovo patto di stabilità e crescita, quindi è un Def che secondo me non si discosterà molto da quelle che sono già state le previsioni che il governo ha fatto nella Nadef”, ha osservato Freni. (AGI)
RED