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Giornata Mondiale della meteorologia. L’importanza del meteo.

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In prima linea nell’azione per il clima. È di estrema attualità il tema della Giornata Mondiale della meteorologia, in programma per il 23 marzo. La ricorrenza deriva dall’impegno della Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM o WMO, in inglese), che fin dal 1961 ha scelto di celebrare la disciplina dedicandole una giornata apposita. La fondazione della OMM risale al 1950, non molto tempo dopo la nascita delle Nazioni Unite. Da allora, essa ha sempre operato sotto l’egida ONU. La Giornata Mondiale sarà l’opportunità di mettere in evidenza le conquiste del passato, gli attuali progressi e il potenziale futuro della scienza meteorologica.
Le origini della meteorologia
Il pianeta su cui viviamo è profondamente interconnesso. Gli oceani e l’atmosfera non si arrestano in prossimità dei confini nazionali e abbiamo tutti necessità di prevedere il loro comportamento futuro. Questo è l’obiettivo che guida ogni operazione della comunità meteorologica mondiale fin dal 1873, anno della sua nascita, quando l’inquinamento causato dalle attività antropiche, oggi annoso problema, non era una preoccupazione per nessuno. Questi 151 anni di evoluzione hanno portato allo sviluppo di tecnologie oggi essenziali, in questo settore. Esse ci permettono di prevedere il meteo con un margine di errore accettabile. Agli albori della disciplina, non esisteva nulla del genere.
In realtà, potremmo far risalire le origini della meteorologia al 1860. Abbiamo infatti già tracce che, in quell’anno, il tenente Matthew Fontaine Maury e l’ammiraglio Fitzroy della Royal Navy inglese inviassero avvisi di allerta tempeste ai marinai al largo delle coste britanniche. Fu però necessario attendere la fine del secondo conflitto mondiale, e gli avanzamenti tecnologici che ne seguirono, per arrivare ad avere una infrastruttura capace di sostenere e confrontare le osservazioni scientifiche.
Negli anni ’60 del secolo scorso, gli scienziati capirono, per la prima volta, come l’oceano e l’atmosfera interagissero tra loro per influenzare il clima e la meteorologia. Il principale affinamento di questa disciplina, però, giunse nel corso degli anni ’80, quando già si festeggiava la Giornata Mondiale. In quel decennio, gli studi meteorologici portarono gli scienziati a comprendere la profondità e l’estensione dei grandi ecosistemi marini. Da allora, questi sono fondamentali per i professionisti del settore, i quali tengono sempre conto delle loro variazioni nello scrivere le previsioni per i giorni successivi.
Giornata Mondiale della meteorologia e trattato di Montreal
Dagli anni ’60 a oggi la tecnologia al servizio della meteorologia ha fatto grandi passi in avanti
Probabilmente il principale successo della meteorologia moderna, la conferma che l’attività antropica stesse generando il cosiddetto buco dell’ozono, arrivò proprio durante quel decennio. Furono infatti i professionisti del clima a teorizzare per primi che i clorofluorocarburi (CFC) prodotti dall’uomo stessero pian piano consumando lo strato gassoso che agisce da scudo planetario contro le radiazioni solari. Per rispondere a questa minaccia, le nazioni si incontrarono a Montreal. Era il 1987. In tale sede, si decise di adottare un protocollo ad hoc per bandire la produzione dei composti chimici responsabili della distruzione dello strato atmosferico protettivo.
Questa azione internazionale ha generato risultati straordinari ed estremamente positivi. Si stima che la decisione abbia prevenuto milioni di casi di cancro della pelle, nonché di cataratta, in tutto il mondo. I modelli scientifici a disposizione degli esperti suggeriscono che lo strato di ozono sarà completamente ripristinato entro il 2065. Il protocollo di Montreal è, a oggi, l’unico trattato ratificato universalmente. Firmato da tutti i Paesi della Terra, l’accordo rappresenta il più grande successo ambientale nella storia di questo pianeta.
Il futuro di questa scienza celebrato nella Giornata Mondiale della meteorologia
I moderni passi in avanti compiuti dalla meteorologia sono largamente dovuti all’impiego di tecnologie satellitari. Negli ultimi 50-60 anni, i satelliti hanno rivoluzionato l’osservazione terrestre, dell’atmosfera e degli oceani. Oggi questi strumenti sono utilizzati per svariate funzioni, ma il loro scopo principale è sempre stato quello di prevedere i fenomeni naturali tramite l’osservazione degli agenti atmosferici. Lo stesso sistema di posizionamento globale (GPS) è stato introdotto dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) negli anni ’90, prima di diffondersi capillarmente e contribuire al successo della telefonia mobile.
L’attenzione della meteorologia si è oggi spostata su un altro problema. Il Pannello Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) prevede che il cambiamento climatico avrà effetti tutt’altro che piacevoli, ovunque sul pianeta, nell’arco dei prossimi decenni. Vivremo ondate di calore più intense, estati più lunghe e inverni più brevi. In aggiunta a ciò, il cambiamento climatico sta intensificando il ciclo dell’acqua. Naturalmente, la Giornata Mondiale della meteorologia non può prescindere dalle sfide del cambiamento climatico, così come non può farlo la disciplina stessa nei giorni successivi alla ricorrenza.
L’oceano è più acido, il livello del mare si è alzato e i ghiacciai, come sappiamo, si stanno sciogliendo. Senza un’azione immediata, e profonda, il riscaldamento globale causerà danni incontrollati e incontrollabili. Se le emissioni di gas serra raggiungessero immediatamente lo zero netto, la temperatura globale potrebbe ancora stabilizzarsi a un aumento di 1,5°C rispetto all’era pre-industriale. Il condizionale resta però d’obbligo. Nella Giornata Mondiale della meteorologia, occorre tornare dove tutto è iniziato. Per gli oceani, geografia e politica non contano nulla. Dobbiamo agire con urgenza per garantire prosperità e sopravvivenza alle future generazioni. E anche a quelle attuali.

di Mattia Mezzetti – fonte: https://www.rigeneriamoterritorio.it/giornata-mondiale-della-meteorologia-importanza-meteo