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Ciucci (Stretto di Messina): «Sul Ponte 60 coppie di treni, stop a 200mila tonnellate di CO2»

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Sessanta coppie di treni al giorno dai 3-4 del 2022, taglio di 200mila tonnellate di CO2 che diventeranno 700mila con la “sforbiciata” delle navi di medio e lungo raggio e degli aerei. E un aumento totale già nel 2032, primo anno di attività del Ponte, del 31,6% del trasporto su ferrovia, passeggeri e merci. A raccontare i numeri del Ponte sullo Stretto è Pietro Ciucci il numero uno dell’omonima società, la Stretto di Messina, resuscitata dallo stato di liquidazione e rimessa in pista come general contractor della maxiopera da 13,5 miliardi.

Dottor Ciucci, prima l’indagine in procura a Roma presentata da Schlein, Bonelli e Fratoianni. Ora la volontà di raccogliere le firme per un referendum popolare sulla sua realizzazione. È il Ponte della discordia, non trova?

Le opere in Italia sono destinate a suscitare grandi passioni ma io sono un tecnico, non mi occupo di politica. Registro però che non c’è stata da parte nostra nessuna opacità o intenzione di non voler diffondere il progetto. Cosa che abbiamo prontamente fatto in questi giorni non appena approvato e quindi definitivo. Per quanto riguarda l’inchiesta in Procura mi risulta che sia un atto dovuto e non nutro alcuna preoccupazione: tutte le procedure sono state rispettate.

C’è tutto un fronte che contesta l’opera perché, dicono, non utile e antieconomica. Come risponde?

Rispondo che per criticare un progetto bisogna conoscerlo e io leggo critiche che davvero non comprendo. Il Ponte sullo Stretto è un’opera di collegamento cruciale per l’economia, non solo quella locale. Innanzitutto esiste un progetto Ponte che vale 13,5 miliardi e che oltre all’infrastruttura prevede ben 40 km di opere stradali e ferroviarie di collegamento.

Un esempio?

Il Ponte è fatto per unire, partiamo da qui. Questo significa dare continuità alla rete, non solo per attraversare lo Stretto. Il Comune di Messina ci ha chiesto di arrivare con il collegamento sotterraneo fino alla nuova stazione di Gazzi nell’ambito della metro dello Stretto da Reggio a Messina con tre nuove stazioni sotterranee. Quel che vorrei che fosse chiaro è il ruolo decisivo della Stretto di Messina. Con noi lavorano i migliori progettisti, esperti di tutte le materie tecnico-scientifiche che riguardano l’opera. Abbiamo un project manager consultant di primo piano, la Parson Transportation, con grande esperienza di ponti sospesi negli Stati Uniti. Il nostro è il primo del genere in Italia.

Ma veniamo ai numeri. Qual è l’impatto costi-benefici?

L’analisi sviluppata sulla base delle linee guida del Mit e dei parametri europei evidenzia un valore attuale netto al 2032 di 3,9 miliardi come differenza tra i benefici e il costo per il periodo dal 2032 anno di apertura del collegamento, al 2061 quando cioè terminerà la concessione. Mentre il tasso di ritorno, cioé il rendimento ottenuto rispetto all’investimento, è pari al 4,5% contro lo standard Ue del 3% e già considerato un buon tasso. Questa analisi tiene conto da un lato dell’investimento di 13,5 miliardi per il progetto Ponte e dall’altro dei benefici per il risparmio di tempo e della riduzione di CO2 ottenuti con l’apertura del collegamento.

Avete valutato un aumento del traffico?

Certamente, con 60 coppie di treni al giorno contro le 3-4 di oggi. E lo spostamento modale sulla ferrovia: dal 3,2% di passeggeri nel 2022 al 27,1% nel 2032 che per le merci passa dal 2,7% al 10,4 per cento.

Molti ecologisti dicono che il Ponte sarà uno sfregio per l’ambiente, come replica?

Che non risponde a verità, noi teniamo in grandissimo conto l’impatto ambientale. E i numeri certificati dall’Emsa ci dicono il contrario con un taglio di 200mila tonnellate di CO2 grazie alla cancellazione di 526.000 miglia nautiche sul breve raggio. Nel 2032 con il trasferimento sul ferro anche delle navi di lungo raggio e della modalità aerea prevediamo un abbattimento di 700mila tonnellate annue che al 2061 saranno pari a 10 milioni al netto delle emissioni in fase di cantiere.

E sul fronte dell’occupazione?

Le stime sono calcolate in unità di lavoro annue: ne abbiamo previste 4.300 l’anno con punte di 7mila sul cantiere che in sette anni fanno 32mila unità. Per l’indotto il totale è di 90mila addetti in 7 anni.

C’è un nodo sulla valutazione di impatto ambientale con il ricambio della Commissione Via Vas che cadrebbe proprio in mezzo all’approvazione del progetto…

Sono certo che si andrà in continuità con l’attuale Commissione secondo i tempi previsti per legge.

E sui costi? La Ue impone di non sforare il tetto del 50% delle risorse iniziali, pena l’avvio di una nuova gara.

Ovviamente rispettermo i limiti di legge. La crescita dell’investimento non si riferisce a nuove opere ma la forte aumento dei prezzi delle materie prime registrato negli ultimi anni.

Per concludere conferma che i cantieri partiranno in estate?

Sì, confermo, entro l’estate.

di Flavia Landolfi – fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/ciucci-stretto-messina-sul-ponte-60-coppie-treni-stop-200mila-tonnellate-co2-AFiU3j0C