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Premierato e legge elettorale

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di Liberta’ Eguale – Milano
Maggioranza e minoranze in Parlamento e nel Paese devono confrontarsi sulla riforma della Costituzione e della legge elettorale, per ricercare una strada e obbiettivi condivisi, indipendentemente dalla maggioranza di governo pro tempore, anche per evitare errori del passato che hanno portato il corpo elettorale a respingere ogni tentativo di riformare le parti ordinamentali della seconda parte della Costituzione riguardanti la forma di governo.

In questi giorni è stata presentata una proposta in tal senso elaborata da Libertà Eguale, Magna Carta e Io Cambio che rappresenta un primo spiraglio per aprire un dialogo costruttivo.
Può rappresentare un primo momento che auspicabilmente apra un confronto e una disponibilità a perseguire in PARLAMENTO LA VIA DEL DIALOGO SULLE RIFORME ISTITUZIONALI.
Già altre riforme sono fallite proprio perché ricercate a colpi di maggioranza.

Oggi si discute della forma di governo. La proposta in campo è quella della elezione diretta del primo ministro.

Ferme restando le critiche che possono essere mosse , e numerose sono pervenute non solo dal mondo politico, ma anche da quello accademico e da numerosi e influenti opinionisti ( in primis una elezione diretta del premier che squilibra i rapporti tra Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica), il progetto governativo contiene anche la previsione della contestuale elezione del premier e delle Camere, che trascinerebbe quella della rappresentanza parlamentare tramite un non meglio precisato sistema maggioritario inserito in Costituzione.

In campo dunque non c’è solo l’elezione diretta del premier, ma anche la legge elettorale con la quale si eleggerebbe sia il capo del governo sia il Parlamento.
Su entrambe le questioni, governabilità e rappresentanza, occorre aprire il dialogo e il confronto tra maggioranza e opposizione: non solo sulla stabilità del governo e i poteri da affidare al premier (nomina e revoca dei ministri, scioglimento delle Camere, sfiducia costruttiva, ecc.).
Il premierato esige un Parlamento più forte, non subalterno alla maggioranza che elegge o nomina il Presidente del Consiglio.
Il Parlamento è più forte se si eliminano le liste bloccate e si ritorna a dare ai cittadini il potere di scelta degli eletti.

LA CRISI DEL RAPPORTO CITTADINI/ ISTITUZIONI, CHE PORTA ORMAI LA META’ DEL CORPO ELETTORALE A DISERTARE LE URNE, SI SUPERA SOLO SE SI RITORNA LO SCETTRO DELLA SCELTA AGLI STESSI CITTADINI, sottraendola all’attuale incontrastata formazione delle liste da parte delle segreterie di partito, che si avvalgono delle liste bloccate per assicurarsi l’incondizionata disciplina dell’organo parlamentare.

Serve invece tornare a una legge elettorale che faccia perno sui COLLEGI UNINOMINALI, come era già con il Mattarellum, poi affossati dal Porcellum e infine marginalizzati dal Rosatellum, per ritornare il potere di scelta agli elettori e per dare rappresentanza ai territori, non solo al ceto politico.

Nella DISCUSSIONE SULLE RIFORME DEL PREMIERATO E DELLA LEGGE ELETTORALE, NON PUO’ ESSERCI UN PRIMA E UN DOPO.

Entrambe vanno discusse, per garantire quell’equilibrio tra poteri rappresentato dalle prerogative dell’Esecutivo e da quelle del Parlamento (che legifera e controlla l’operato di chi governa).
Per avere maggioranze certe e durature nel tempo, occorre un metodo maggioritario per selezionare gli eletti, che solo il sistema uninominale può dare.

Per avere un Presidente del Consiglio più forte, un governo più stabile e un Parlamento più rappresentativo del paese, occorre pervenire a una forma di premierato basato su una rinnovata forma di democrazia parlamentare: più forte il Governo e più forte il Parlamento, con i cittadini protagonisti su entrambi i versanti.

Governi e durata delle legislature possono così stabilizzarsi per dare continuità alla realizzazione dei programmi e garantire in Italia una più solida democrazia di stampo europeo, degna di un Paese moderno e di un sistema democratico liberale funzionante.