L’Algeria ha inaugurato una moschea da record ad Algeri, la più grande dell’Africa e con il minareto più alto al mondo. Il luogo di culto per i fedeli di religione musulmana, aperto in ritardo rispetto ai tempi previsti, è noto finora per le dispute politiche che ha cristallizzato e i suoi costi esorbitanti. La gigantesca moschea costruita sulla costa mediterranea può ospitare fino a 120 mila persone, ma la sua reputazione non è delle migliori per le varie vicissitudini attorno al progetto.
L’idea iniziale dello storico presidente Abdelaziz Bouteflika – destituito nel 2019 da proteste popolari – era quella di dar vita a un luogo di culto simbolo di forza e religiosità, sponsorizzato dallo Stato. La costruzione della Grande Moschea di Algeri, cominciata nel 2010, è stata affidata ad un’impresa edile cinese, che ha realizzato un minareto alto 265 metri. Il suo design modernista contiene elementi arabi e nordafricani per onorare la tradizione e la cultura algerina, oltre a una pista di atterraggio per elicotteri e una biblioteca che può ospitare fino a un milione di libri. Numeri che fanno del sito la terza moschea più grande del mondo, la più grande dell’Africa e la più grande al di fuori delle città sante dell’Islam. L’inaugurazione guiderà i musulmani “verso la bontà e la moderazione”, ha affermato Ali Mohamed Salabi, segretario generale dell’unione mondiale degli ulema musulmani.
La propagazione di un Islam moderato è stata una priorità fondamentale in Algeria da quando le forze governative hanno domato una ribellione guidata dagli islamisti nel corso degli anni ’90, in una sanguinosa guerra civile che ha travolto il paese de Maghreb.
Il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha inaugurato la moschea con un evento in gran parte cerimoniale poiché in realtà la moschea è aperta ai turisti e ai visitatori statali in Algeria da circa cinque anni. La tempistica consente così alla moschea di aprire ufficialmente al pubblico in tempo per ospitare le preghiere notturne durante il mese sacro musulmano del Ramadan, che inizierà il mese prossimo.
Tra le polemiche che hanno accompagnato la sua costruzione, c’è la scelta del sito stesso, che secondo diversi esperti sarebbe “sismicamente rischioso”. Un’accusa respinta dallo Stato algerino con un comunicato ad hoc rilanciato dall’Algérie Presse Service, l’agenzia di stampa statale. Inoltre, per l’elevato costo di realizzazione della moschea – circa 898 milioni di dollari – molti algerini hanno criticato il progetto, argomentando che avrebbero preferito la costruzione di quattro ospedali in tutto il paese. Originariamente il faraonico luogo di culto è stato voluto dall’ex presidente Bouteflika per lasciare la sua impronta ed eredità, motivo per cui avrebbe dovuto chiamarsi “Moschea Abdelaziz Bouteflika”, proprio come fece l’ex re del Marocco, Hassan II, con una moschea a lui intitolata a Casablanca. Quella moschea un tempo era considerata la più grande dell’Africa. Le proteste popolari che hanno travolto l’Algeria nel 2019 hanno impedito a Bouteflika – al potere da 20 anni – di realizzare i suoi piani oltre ad averlo costretto a rassegnare le dimissioni.
Inizialmente la moschea avrebbe dovuto essere inaugurata nel febbraio 2019, ma la cerimonia è slittata per le manifestazioni in corso. Questo cantiere oltre a quello di un’importante autostrada nazionale e di un milione di unità abitative sono stati segnati da sospetti di corruzione durante l’era Bouteflika, con presunte tangenti versate agli appaltatori, poi pagate a funzionari statali. (AGI)
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