“L’accordo Italia-Albania sui migranti fa ridere. Si fa fatica a commentarlo. Ci vuole una certa fantasia ad ideare un sistema così perverso ed in violazione dei diritti individuali”. Lo ha detto Luciano Scalettari, presidente di ResQ, la ong che opera nel Mediterraneo per il soccorso ai migranti, costituita da un gruppo di giornalisti, ricercatrici, avvocati, operatori umanitari al quale negli anni si sono aggiunti semplici cittadini, associazioni, aziende, e fondazioni. “Non si capisce – ha spiegato Scalettari, a Crotone per le iniziative intraprese nell’anniversario del naufragio di Cutro- come le persone che finiscono in Albania possano presentare le loro richieste se non con un andirivieni di avvocati, poliziotti, con costi incredibili che non sono motivati se non da propaganda politica. Quello che vogliono è che non si metta piede in Italia anche se quello in Albania sarà considerato territorio italiano. Bloccare le frontiere crea solo più morti. È sempre così”. Per il presidente di ResQ “la presenza di navi di soccorso delle Ong è un falso problema. Il vero problema è gestire il flusso migratorio permettendo alla gente di arrivare con ingressi legali. Per spiegare cosa fanno le Ong basta usare la metafora delle ambulanze che intervengono dove le persone sono in pericolo o rischiano di morire. E’ quello che fanno le nostre navi di soccorso che non dovrebbero esserci perché fare soccorso in mare non spetterebbe ai privati ma sarebbe compito delle istituzioni che non lo fanno con l’efficacia e la sistematicità che ci vorrebbe. Bisognerebbe – ha aggiunto Scalettari – eliminare le diseguaglianze tra i Paesi per non far muovere milioni di persone. Solo una piccola parte arriva in Europa e l’Europa dei diritti dovrebbe sapere accogliere questa piccola parte di persone senza drammatizzare o parlare di invasione. Significa un cambio di cultura e di strategie politiche, ma non c’è una strategia Europa, ogni paese fa quello che va bene alla maggioranza del momento”. (AGI)
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