Un gruppo di esperti dell’Onu ha chiesto un’inchiesta indipendente sui presunti abusi compiuti dai soldati israeliani su donne e ragazze palestinesi, abusi tra i quali omicidi, stupri e aggressioni sessuali che sarebbero avvenuti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La dichiarazione dei sette esperti indipendenti dell’Onu ha suscitato la rabbiosa reazione di Israele, che ha respinto le accuse definendole “spregevoli e infondate”.
“Siamo sconvolti dalle notizie di attacchi deliberati e di uccisioni extragiudiziali di donne e minori palestinesi nei luoghi in cui hanno cercato rifugio o durante la fuga”, si legge nella nota. Gli esperti, nominati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ma che non rappresentano l’Onu, hanno anche sottolineato la “detenzione arbitraria di centinaia di donne e ragazze palestinesi”, tra le quali difensori dei diritti umani, giornalisti e operatori umanitari; molte sarebbero state sottoposte a “trattamenti inumani e degradanti”, ovvero sottoposte a gravi percosse e al rifiuto della consegna di assorbenti per le mestruazioni, cibo e medicine. Gli esperti si sono anche detti allarmati per le denunce di “molteplici forme di violenza sessuale”: le denunce di stupri di almeno due detenute, mentre altre sono state “denudate e perquisite da ufficiali maschi dell’esercito israeliano”. Gli esperti hanno chiesto “un’indagine indipendente, imparziale, rapida, approfondita ed efficace” sulle accuse, esortando Israele a collaborare. La missione israeliana a Ginevra ha reagito negando tutto e sostenendo che gli esperti sono “motivati dal loro odio verso Israele, non dalla verità”; ha comunque assicurato che le autorità israeliane non hanno raccolto denunce, ma sono pronte a indagare su qualsiasi “accusa concreta di cattiva condotta da parte delle forze di sicurezza nel caso vengano presentate accuse e prove credibili”. (AGI)