Roma, 16 feb.
Modelli 3D di ponti e viadotti, piattaforme per sicurezza delle infrastrutture critiche e reti di sensori, ma anche rilievi fotogrammetrici, droni e formazione. Sono alcune delle soluzioni per la sicurezza delle infrastrutture in caso di terremoti o altri rischi che Enea ha presentato al convegno “Ponti, viadotti, e gallerie esistenti: ricerca, innovazione e applicazioni”, che si conclude oggi a Genova, organizzato dal Consorzio Fabre. Tra le altre novità presentate da ENEA anche un ‘indice di attenzione’ per individuare gli interventi di manutenzione.
Il Consorzio, che riunisce ENEA, Politecnici di Milano e Torino, Università di Perugia, Padova, Pisa, Camerino, Messina, della Campania “Luigi Vanvitelli” e “Sapienza” di Roma, è stato istituito con l’obiettivo di valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e sviluppare tecniche innovative per interventi di ripristino di ponti, viadotti e altre strutture.
Nell’ambito dell’evento, ENEA con il Laboratorio di Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche, rappresentato dai ricercatori Chiara Ormando e Alessandro Lipari, ha presentato tre studi sulla valutazione e la gestione del rischio per ponti e viadotti, in riferimento alle Linee Guida Italiane. Più nello specifico, un gruppo interdisciplinare di ricercatori del Laboratorio ha lavorato allo sviluppo di un indice che consente di ottenere facilmente l’individuazione delle ‘classi di attenzione’ per ponti e viadotti previste dalle Linee Guida in materia. L’innovazione è utile per supportare gli studi e attribuire priorità agli interventi di manutenzione delle opere analizzate. I lavori presentati sono stati sviluppati e testati su un gruppo di ponti e viadotti individuati tra quelli rientranti nelle attività di ispezione e analisi svolte da ENEA negli ultimi due anni. I risultati ottenuti, inoltre, potranno essere anche di ausilio per affinare le attuali normative.
Nel contesto delle numerose attività di ricerca a livello nazionale e internazionale, il Laboratorio ha inoltre sviluppato la piattaforma GIS-based CIPCast[1] per il monitoraggio e l’analisi del rischio delle infrastrutture critiche. Lavorando sia in modalità operativa che simulativa, la piattaforma è in grado di produrre scenari di danno atteso sulla base dell’ubicazione degli elementi infrastrutturali, delle loro vulnerabilità specifiche e in relazione al tipo di evento estremo previsto. Con il supporto di un’ampia banca dati territoriale, CIPCast abbina risultati di modelli previsionali, dati provenienti da sensori in-situ e informazioni elaborate da immagini satellitari. Queste informazioni, analizzate spazialmente con la geolocalizzazione delle infrastrutture, concorrono a produrre lo scenario atteso di rischio e impatto.