Il Senegal è sprofondato in una crisi dopo il rinvio delle elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio: l’uccisione di uno studente nella repressione delle proteste ha scatenato un’ondata di indignazione nel Paese africano. A Saint-Louis, nel nord, studenti hanno tenuto veglie tutta la notte pregando per il 22enne Alpha Yoro Tounkara. colpito a morte ieri. Le circostanze della sua uccisione non sono ancora note ma è stata aperta un’indagine, ha affermato il pubblico ministero locale, mentre il ministro dell’Interno ha affermato in un comunicato “che le forze di difesa e di sicurezza non sono intervenute nel campus universitario dove è avvenuto il decesso”.
Ieri in tutto il Paese, in particolare a Dakar, si sono svolte vaste manifestazioni contro il rinvio delle elezioni e contro il presidente Macky Sall, ma sono state immediatamente disperse dalle forze di sicurezza. Nella capitale, la polizia ha usato gas lacrimogeni per tenere lontano le persone che cercavano di radunarsi attorno a Place de la Nation. I manifestanti hanno risposto lanciando pietre, erigendo barricate con assi e pietre e dando fuoco a pneumatici.
Reporter Senza Frontiere (Rsf) si è detta “indignata” per gli attacchi di cui sono stati fatti oggetto almeno cinque giornalisti durante le manifestazioni a Dakar: un reporter del sito Seneweb è stato brutalmente arrestato e ricoverato in ospedale, un altro giornalista del quotidiano Enquete è stato colpito alla mascella, mentre i gas lacrimogeni sono stati lanciati soprattutto contro la sede della televisione privata Walf TV, la cui licenza è stata recentemente ritirata.
“Chiediamo alla comunità regionale e internazionale di testimoniare gli eccessi di questo potere morente”, ha affermato Khalifa Sall, uno dei principali candidati alla presidenza mentre un altro candidato, Thierno Alassane Sall, ha denunciato su X una “repressione brutale inaccettabile”.
Dal 2021 il Senegal è scosso da episodi di protesta legati ai procedimenti giudiziari contro uno dei principali oppositori di Sall, Ousmane Sonko, ora in carcere, con decine di persone uccise e centinaia arrestate. Il capo dello Stato la settimana scorsa ha annunciato il rinvio delle elezioni presidenziali e lunedì il Parlamento ha approvato la decisione, fissando la nuova data per il 15 dicembre, con Sall che resterà in carica fino all’insediamento del successore, all’inizio del 2025, dopo che il suo secondo mandato è formalmente scaduto lo scorso aprile.
Per l’opposizione si tratta di un “colpo di stato costituzionale” e anche i partner internazionali del Senegal hanno espresso preoccupazione, chiedendo che le elezioni siano organizzate il più rapidamente possibile. Per il 13 febbraio è prevista una nuova manifestazione lanciata da un collettivo della società civile, Aar Sunu Election (“Proteggiamo le nostre elezioni”), deciso a usare “la disobbedienza civile come arma per fermare questo Paese e ripristinare la legalità costituzionale”. Da parte sua Sall, di fronte a una delle crisi politiche più gravi degli ultimi decenni, ha affermato di voler avviare un processo di “pacificazione e riconciliazione”. (AGI)
SCA