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O’Neill, una nazionalista al timone di Belfast

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Per la prima volta una sostenitrice dell’unità fra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda sarà premier della riottosa provincia del Regno Unito. Michelle O’Neill, nata Doris, ha 47 anni ma è già nonna essendo stata una madre molto giovane. E’ vicepresidente del Partito repubblicano Sinn Fein dal 2018 e fa parte del parlamento dal 2007. Fra il 2020 e il 2022 è stata vicepremier. Nel suo primo discorso allo Stormont, il parlamento di Belfast, si è impegnata a rappresentare anche gli storici avversari unionisti, e a rispettare le istituzioni del Regno Unito.
Da quasi due anni attende il suo momento: nel maggio del 2022 il Sinn Fein aveva per la prima volta vinto le elezioni, ma l’opposizione del partito unionista Dup, che voleva in questo modo protestare contro gli accordi commerciali post-Brexit che, temevano, rendono plausibile una riunificazione con Dublino, hanno impedito finora la formazione dell’esecutivo e l’insediamento dell’assemblea parlamentare. Ora gli unionisti hanno avuto garanzie sufficienti da Londra per interrompere il boicottaggio e la O’Neill può cominciare a governare. Secondo gli accordi del “venerdì santo”, che nel 1998 posero fine a un trentennio di violenze a Belfast (i cosiddetti “troubles”, che produssero migliaia di morti), il governo dell’Irlanda del Nord deve sempre essere condiviso fra i due schieramenti opposti. Vicepremier sarà quindi Emma Little-Pengelly, 44enne del Dup. La famiglia di origine di Michelle O’Neill, era legata all’IRA, il braccio armato dei repubblicani nordirlandesi, e nonostante le difficoltà e la precoce maternità i genitori Doris la sostennero perché completasse i suoi studi; fece poi carriera politica con il Sinn Fein. “Sono repubblicana – ha detto oggi – Servirò tutti allo stesso modo e sarò un Primo Ministro per tutti. A voi, britannici e unionisti dico che la vostra identità nazionale, la vostra cultura e le vostre tradizioni sono importanti per me. Sarò inclusiva e rispettosa nei vostri confronti. A nessuno di noi viene chiesto di rinunciare a ciò che siamo: le nostre esigenze sono ugualmente legittime. Percorriamo questa strada a doppio senso e incontriamoci a metà strada. Lo farò sia con la mano aperta che con il cuore”. O’Neill ha ricordato i morti dei “troubles”: “Mi dispiace per tutte le vite perse durante il conflitto, senza eccezioni e come primo ministro mi impegno con tutto il cuore a continuare l’opera di riconciliazione tra tutto il nostro popolo. Il passato non può essere cambiato o annullato, ma quello che possiamo fare è costruire un futuro migliore”. (AGI)
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