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L’Alto Adige di Sinner, terra di sport e di campioni

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Quassù, in quell’Alto Adige ultimo lembo d’Italia dove si parlano tre lingue, italiano, ladino e le varie sfaccettature del dialetto tedesco sudtirolese, dove i ‘Knoedel’ (canederli) e lo ‘Strudel’ non mancano in nessuna tavola, dove la montagne e i pascoli sono l’oro bianco del turismo e dell’economia, sono nati tanti campioni dello sport che hanno compiuto storiche imprese rimaste memorabili a livello mondiali. Il multietnico Alto Adige-Suedtirol può definirsi terra di sport. Sciatori, slittinisti, ciclisti, tuffatori, giocatori di tennis, marciatori nell’atletica leggera, ma anche judoki, pallavolisti e persino canottieri. A suon di dritti e rovesci, di una tattica come se fosse quella di un veterano – ma alla fine ha solo 22 anni e Novak Djokovic lo ha già battuto più volte –, Jannik Sinner è la dimostrazione di quella tenacia e freddezza comune ad altri sportivi della sua terra natia ed entrati anche loro nei libri di storia dello sport. Di sangue sudtirolese sono i miti, Klaus Dibiasi, quattro podi olimpici consecutivi nei tuffi e tre medaglie d’oro (piattaforma), e Armin Zoeggeler, sei medaglie olimpiche consecutive, due di esse d’oro. Dibiasi da Oltrisarco, quartiere popolare del capoluogo altoatesino, si lanciava da dieci metri avvitandosi su se stesso compiendo acrobazie in volo, Zoeggeler steso su uno slittino di carbonio sfrecciava senza paure a 140 chilometri orari dentro un budello ghiacciato tra ‘labirinti’ e paraboliche con il rischio di ribaltarsi. Le Olimpiadi per Jannik saranno realtà tra qualche mese, a Parigi. Sinner sta al tennis come Dibiasi è stato ai tuffi, due rivoluzionari in epoche diverse, in sport diversi ma sempre di precisione e potenza. L’Alto Adige è la Regione italiana che ha vinto in più sport tra invernali ed estivi. Il primo oro olimpico sudtirolese, forse dimenticato da tanti, fu quello di Albert Winkler. Era il 27 novembre del 1956 quando nelle acque del Lago Wendouree ad un centinaio di chilometri da Melbourne, il canottiere di Ciardes trionfò nel quattro con.
Meno di un decennio più tardi ecco l’exploit del talento Klaus Dibiasi: diciassettenne conquistò a Tokyo l’argento olimpico dalla piattaforma. Klaus entrò nella storia con i successivi tre ori, sempre dai dieci metri, a Città del Messico ’68, Monaco di Baviera ’72 e Montreal ’76. Negli sport della neve, la pioniera Paula Wiesinger da Castelrotto fu oro iridato in discesa nel ’32. Carletto Senoner, oro mondiale nel ‘66 in slalom speciale, e Gustav Thoeni che dominò in gran parte degli anni ’70 tra Olimpiadi, Mondiali e Coppa del mondo (quattro volte vincitore). Gli anni ’70 e i primi anni ’80 vennero segnati dal primo blocco di trionfi nello slittino firmati da Paul Hildgartner ma anche dal suo compagno di doppio Walter Plaikner. Ad aprire l’epopea di successi fu Erika Lechner, oro olimpico nel ‘68. Negli sport estivi alle Olimpiadi dell’‘84 salirono agli onori della ribalta due meranesi. Se l’oro di Norberto Oberburger nel sollevamento pesi poteva anche essere pronosticato anche perché non c’erano i pesisti dei Paesi comunista, l’argento della benzinaia Edith Gufler nel tiro a volo è stata una grande sorpresa. Lo slittino portò altri successi con Zoeggeler. Dimenticato ma presente negli annali, il clamoroso oro olimpico nella combinata dello sci di Josef Polig nel ‘92. Nel ciclismo su pista doppia gloria olimpica per Antonella Bellutti (oro inseguimento e gara a punti tra il 1996 ed il 2000) e nel judo bis di bronzo olimpico e mondiale di Ylenia Scapin. Simbolo della pallavolo italiana dei giorni nostri è il palleggiatore Simone Giannelli, argento olimpico nel 2016, oro mondiale ed europeo. Impresa per Alex Schwazer, campione olimpico nei 50 km di marcia nel 2008 (due volte bronzo iridato), poi cacciatosi nel doping. Prima donna italiana della storia a vincere un mondiale ed europeo e conquistare medaglie olimpiche nei tuffi è stata Tania Cagnotto da Bolzano. Ancora in attività è Dorothea Wierer anche lei prima azzurra di sempre a vincere l’oro mondiale e a vincere una medaglia individuale olimpica nel biathlon. (AGI)
BZ1/PGI