Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha firmato il decreto di scioglimento del Parlamento e indetto elezioni legislative anticipate per il 10 marzo. Il decreto, pubblicato sul Diário da República, ha validità con effetto immediato, quindi da oggi l’Assemblea della Repubblica (AR) non ha più il potere di approvare leggi e tutti i procedimenti legislativi in corso perdono la loro validità, quindi dovranno essere nuovamente presentati durante la prossima legislatura. Secondo il sito ‘Portugal News’, sono bloccati la regolamentazione del lobbying, il testo sulla prevenzione e la lotta al fumo oltre alla revisione della Costituzione. Il decreto odierno è la conseguenza diretta delle dimissioni, lo scorso 7 novembre, del premier socialista Antonio Costa dopo l’incriminazione del suo capogabinetto e del ministro delle Infrastrutture per traffico di influenze. La Procura ha poi annunciato che il primo ministro era oggetto di un’indagine separata. Il Portogallo è sprofondato in una crisi politica e Costa ha deciso che non avrebbe cercato un nuovo mandato alla guida del Paese che governa dal 2015. Il Partito Socialista del Portogallo rimane tuttavia in testa nei sondaggi in vista delle elezioni del 10 marzo, sotto la guida del suo nuovo segretario generale, Pedro Nuno Santos.
Leader di successo della Juventude Socialista, Pedro Nuno Santos è un economista, ex segretario generale della gioventù socialista del PS, già Segretario di Stato per gli Affari Parlamentari dal novembre 2015 al febbraio 2019 e Ministro dell’Edilizia abitativa e delle Infrastrutture dal febbraio 2019 al gennaio 2023. Anche se il Parlamento portoghese è sciolto ufficialmente, il suo presidente Augusto Santos Silva continua ad essere la seconda carica dello Stato, quindi in caso di necessità sarà chiamato a sostituire il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa. I deputati conservano i propri diritti, compresa l’immunità parlamentare. Al posto dell’Assemblea della Repubblica entra in funzione la Commissione permanente, un organo con meno deputati rispetto alla plenaria e con dei poteri limitati. La sua prima riunione è prevista per il 24 gennaio e la seconda per il 7 febbraio. Successivamente dovrebbe riunirsi ogni 15 giorni, di mercoledì. Il Comitato Permanente è presieduto dal presidente dell’AR ed è composto da vicepresidenti e supplenti nominati da tutti i partiti, secondo la rispettiva rappresentanza. I deputati che fanno parte della Commissione Permanente del Parlamento potranno continuare a rivolgere interrogazioni scritte al governo dopo lo scioglimento, ma cesseranno le audizioni dei ministri nelle commissioni, mantenendo le iniziative previste per commemorare il cinquantesimo anniversario del 25 aprile. Il Comitato Permanente ha il compito di “garantire il rispetto della Costituzione e delle leggi e di controllare l’attività del governo e dell’amministrazione”, “esercitare i poteri dell’Assemblea in relazione al mandato dei deputati”, “promuovere la convocazione dell’Assemblea ogniqualvolta questa sia si rivela necessario”. A questo organo spetta anche la funzione di “acconsentire all’assenza del Presidente della Repubblica dal territorio nazionale” ovvero “autorizzare il Presidente della Repubblica a dichiarare lo stato d’assedio o lo stato di emergenza, a dichiarare la guerra e a fare la pace”. (AGI)
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