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Davos: 56% economisti prevede indebolimento economia mondiale

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Il 56% dei capi economisti del World Economic Forum prevede che l’economia globale si indebolirà nel 2024. E’ quanto emerge dal rapporto sulle previsioni economiche redatto per la 54esima edizione del forum, che prende il via oggi a Davos.
Il documento rivela un’economia globale abbastanza incerta. La maggioranza degli esperti mette in guardia dall’aumento delle tensioni fiscali e dalla divergenza tra le economie a reddito più alto e quelle a reddito più basso. “L’attività economica mondiale rimane lenta, le condizioni finanziarie rimangono tese e sia le divisioni geopolitiche che le tensioni sociali continuano a crescere”, si legge. “A livello regionale, i risultati evidenziano divergenze nei modelli di crescita. L’attività economica più vivace è ancora prevista nel Sud e nell’Est asiatico. La Cina – viene sottolineato – resta un’eccezione: le precedenti previsioni di forte e moderata crescita sono sostituite con previsioni di crescita ampiamente moderate (69%) per il 2024. Negli Stati Uniti, nel Medio Oriente e nel Nord Africa, le prospettive si sono indebolite dal settembre 2023: circa sei intervistati su dieci si aspettano una crescita moderata o più forte quest’anno. In Europa, il 77% prevede una crescita economica debole o molto debole nel 2024”.
Due capi economisti su 3 ritengono che le politiche industriali creeranno nuovi “punti caldi” di crescita e 7 su 10 affermano che il ritmo della frammentazione geoeconomica accelererà. Si prevede inoltre che l’intelligenza artificiale generativa aumenti la produttività e l’innovazione. Gli esperti sono ottimisti sui vantaggi derivanti dall’intelligenza artificiale per le economie ad alto reddito.
In un altro rapporto sul futuro della crescita gli esperti evidenziano che “la recessione economica sta esacerbando una serie di sfide globali interconnesse, tra cui la crisi climatica e l’indebolimento del contratto sociale, che stanno collettivamente invertendo i progressi nello sviluppo globale”. Il rapporto richiede un nuovo approccio alla crescita economica che equilibri l’efficienza con la sostenibilità e l’equità a lungo termine, esaminando insieme velocità e qualità. (AGI)
CNT