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Davos: 10 cose da sapere sul World Economic Forum

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Oggi prenderà il via a Davos la 54esima edizione del World Economic Forum: il meeting annuale durerà fino a venerdì e vedrà la partecipazione di 2.800 leader mondiali provenienti da 120 Paesi, fra cui circa 60 capi di Stato o di governo. Per l’Italia saranno presenti diversi top manager e imprenditori e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Ecco le 10 cose da sapere su Davos. –
DOV’E’ DAVOS
E’ una cittadina delle Alpi svizzere, nel Cantone dei Grigioni, molto nota come località sciistica. Nell’Ottocento era famosa per ospitare nosocomi di un certo livello e Thomas Mann, che ebbe la moglie lì ricoverata, ha tratto ispirazione dalla località montano per la sua “Montagna incantata” durante uno dei suoi soggiorni. Generalmente la seconda o la terza settimana di gennaio Davos ospita il Meeting annuale del World Economic Forum (WEF), un’organizzazione no profit svizzera, che raccoglie l’élite imprenditoriale e politica mondiale. I delegati (che devono essere invitati) includono leader politici, dirigenti e il personale senior delle principali compagnie internazionali, compresi gli hedge fund, le banche, la tecnologia e le grandi case farmaceutiche, ma anche studiosi. Per cinque giorni, questa piccola cittadina di montagna viene presa letteralmente d’assalto e bloccata. Impossibile muoversi senza essere controllati da un corpo permanente di cecchini dell’esercito svizzero (saranno 5.000) con ai piedi scarponi da sci, molti dei quali appostati sui tetti che si affacciano sulle sedi delle conferenze e sugli hotel. La gente del posto dice che è un ottimo momento per sciare in quanto le piste rimangono per la maggior parte inutilizzate. Praticamente impossibile trovare una stanza d’albergo se non si partecipa al forum.
– COSA È IL MEETING ANNUALE DEL WEF
Il convegno ha cadenza annuale fin dal 1971. Quell’anno si tenne lo European Management Symposium, una conferenza accademica, economica e di gestione presieduta da Klaus Schwab: professore di origine tedesca dell’Università di Ginevra, era tornato da un anno ad Harvard e voleva condividere la sua nuova esperienza nei sistemi di gestione degli Stati Uniti. Il primo forum richiamò 450 persone. Nel corso degli anni, è cresciuto. Il forum ha invitato i politici per la prima volta nel 1974 e nel 1976, per poi estendere l’adesione a Ceo e dirigenti d’azienda di oltre 1.000 aziende leader nel mondo. La fondazione divenne il World Economic Forum nel 1987. Quest’anno è alla sua 54esima edizione.
– QUANDO SI TIENE
Generalmente si svolge fra la seconda e la terza settimana di gennaio. Quest’anno, dal 15 al 19. Nel 2022, invece, si era tenuto eccezionalmente nell’ultima settimana di maggio a causa del Covid, che aveva già costretto gli organizzatori a cancellare l’edizione del 2021.
GLI INVITATI
Non è facile per gli amministratori delegati delle principali società del mondo cancellare cinque giorni interi dalle loro agende; alcuni restano solo un giorno o due. Tuttavia, il primo “Davos” si tenne in tempi meno ‘rapidi’ rispetto ad oggi e durò ben due settimane. Tra i leader politici saranno presenti il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, il premier cinese Li Qiang, il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ma anche il nuovo presidente dell’Argentina, Javier Milei, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oltre al premier spagnolo Pedro Sanchez, al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Parteciperanno inoltre il presidente israeliano, Isaac Herzog, il premier libanese Najib Mikati, il primo ministro e ministro degli Affari Esteri dello Stato del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani, il vice premier e ministro del petrolio dell’Iraq, Hayan Abdulghani, e poi Bisher Hani Al Khasawneh, primo ministro del regno hascemita di Giordania. C’è anche una corposa delegazione dell’Arabia Saudita, che comprende il ministro degli Esteri, principe Faisal bin Farhan Al Saud, e il direttore della fondazione Mohammed Bin Salman, Badr Al-Badr. Si segnala inoltre la presenza del vice presidente del consiglio dello Yemen, Aidarous Al-Zubaidi. Per l’area asiatica si segnala la presenza di Han Duck-soo, primo ministro della Repubblica di Corea. Fra i leader del continente europeo ci saranno, oltre a Macron, il presidente polacco Andrzej Duda, il premier belga Alexander De Croo, quello greco, Kyriakos Mitsotakis, quello dei Paesi Bassi, Mark Rutte, e il presidente serbo Aleksandar Vucic. Al Forum parteciperanno circa 1.600 leader aziendali, tra cui oltre 800 tra amministratori delegati e presidenti dei più importanti gruppi mondiali, da Amazon a Nestlé, passando per Microsoft.
GLI ITALIANI PRESENTI
Oltre a Giorgetti, saranno presenti il presidente di Eni, Giuseppe Zafarana, Paolo Scaroni di Enel, Andrea Illy di Illycaffè, Paolo Dal Cin di Accenture, Paolo Merloni del gruppo Ariston, Mario Moretti Polegato di Geox, Carlo Messina di Intesa Sanpaolo, Nerio Alessandri e Erica Alessandri di Technogym, Andrea Orcel e Pier Carlo Padoan di Unicredit, Matteo Laterza di Unipol Gruppo.

– DI COSA SI PARLA
Le discussioni di Davos sono sempre piene di idee e alcune arrivano a buon fine. I ‘Grandi’ trascorrono la settimana a confrontarsi sulle risposte da dare alle principali sfide mondiali. A margine, si incontrano, si salutano e spesso raggiungono intese, concludono affari. Ogni anno si affronta un argomento diverso, l’edizione di quest’anno è dedicata al tema ‘ricostruire la fiducia’. In altre parole, ha spiegato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, “ci troviamo di fronte a un mondo frantumato e con crescenti divari sociali, che portano a un’incertezza e un pessimismo pervasivi. Dobbiamo quindi ricostruire la fiducia nel nostro futuro andando oltre la gestione della crisi, esaminando le cause profonde dei problemi attuali e costruendo insieme un futuro più promettente”. Sono oltre 200 i panel in programma nel corso dei quali verranno affrontati i temi più disparati: oltre a quelli economici, anche quelli ambientali, sanitari, sociali e riguardanti la sicurezza.
PRESIDENTI USA
L’ultimo a partecipare fu Trump nel 2018 e quest’anno non ci sarà Joe Biden, ma sarà comunque presente il segretario di Sato, Antony Blinken. Nella storia degli Usa, Ronald Reagan si è unito al gruppo di Davos diverse volte, ma solo tramite collegamento video. Il primo presidente statunitense che si è recato a Davos per il Forum è stato Bill Clinton nel 2000. Il presidente George Bush non è mai salito fino al villaggio nelle montagne svizzere e nemmeno il presidente Barack Obama. – BADGE
C’è una vera e propria gerarchia dei badge del WEF. I capi di Stato, i monarchi regnanti e le personalità di alto livello hanno i distintivi più ambiti: badge in bianco. Arancione (media), viola (personale tecnico), verde (funzionari che accompagnano i capi di Stato) e distintivi grigi (per coniugi e partner di ‘passi’ bianchi) offrono un accesso più limitato. – METEO
A Davos le temperature scendono in genere fino a -15 o -17 gradi e gli invitati al forum possono usufruire di speciali navette per gli spostamenti. Benché brevi, non sono molto consigliabili per l’alta probabilità di cadute, le passeggiate sui sentieri ghiacciati.
– CURIOSITÀ E ANEDDOTI
Il fondatore del forum, Klaus Schwab, potrebbe essere l’unica persona ad aver sbattuto in faccia il telefono a un presidente francese. Negli anni ’70 chiese alla sua segretaria di chiamare il “signor Giscard d’Estaing”. Voleva parlare con Olivier Giscard d’Estaing, l’uomo responsabile della business school Insead. Invece la chiamata fu fatta al palazzo dell’Eliseo, e Schwab fu messo in contatto direttamente con l’allora presidente francese, Valery Giscard d’Estaing. Sentendo la voce del presidente, Schwab andò nel panico e mise giù il telefono. Altro aneddoto: l’ex primo ministro britannico, Edward ​Heath, fece la sua apparizione nel forum come direttore d’orchestra, assumendo la direzione della Zurich Chamber ​Orchestra in un concerto di beneficenza nel 1979, anche se il suo compito principale in quell’anno era di fungere da presidente del forum. Ma, grazie al forum, sembra che si sia sventata anche una guerra. L’ex primo ministro turco Ozal sostiene che Davos impedì che il suo Paese entrasse in conflitto con la Grecia. Quando nel 1987 le tensioni tra i due Paesi si intensificarono, non si arrivò a una guerra aperta perché l’anno precedente Ozal aveva conosciuto al Forum il suo omologo greco, Andreas Papandreou, capendo che si sarebbe potuto fidare di lui. (AGI)
CNT