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Mafia: Centro Studi Pio La Torre, il 2024 tra memoria e impegno

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Un 2023 di grandi risultati, ma anche e soprattutto un anno di grandi cambiamenti per il Centro Studi Pio La Torre, segnato emotivamente dall’improvvisa scomparsa, avvenuta il 29 settembre, di Angelo Meli, storico direttore della rivista “A Sud’Europa”, ma anche e soprattutto guida carismatica per i tanti giovani che si sono nel tempo avvicinati al Centro Pio La Torre. Ad accettare l’importante eredità civile e morale custodita da Angelo Meli è stato Franco Nicastro, che con lui ha condiviso un rapporto non solo professionale ma anche di amicizia e di stima reciproca. “Non servono tante parole per definire la linea editoriale di questa rivista dopo la dolorosa scomparsa di Angelo Meli”, scrive Nicastro, nell’ultimo numero del giornale, “a cui vengono qui dedicate pagine intense di commozione e ricordi affettuosi. Il passaggio di testimone non cambierà nulla, questo è certo, e anzi testimonierà la continuità di un progetto nel quale si fondono l’impegno civile, il gusto della scrittura, la ricerca della verità, la lettura attenta dei fenomeni criminali e il loro intreccio con la politica, la passione professionale. Questi sono i tratti distintivi di un’esperienza che da anni si rinnova dando vita a un modello di giornalismo che può sembrare datato ma esprime un carattere originale. La sua forza risiede soprattutto nella cura artigianale dei testi e delle analisi, nello spazio riservato al contributo di collaboratori e di esperti. E questo rappresenta già una sfida alle evoluzioni o involuzioni del sistema dell’informazione attraversato da una crisi senza precedenti”. Ed è “La mafia che verrà” il titolo dell’ultimo numero in ordine di tempo della rivista, al cui interno, come al solito, sono presenti preziosi contributi sui temi che hanno sempre contraddistinto la sua linea, espressione dello stesso centro: la legalità, i diritti, la lotta per un nuovo modello di sviluppo economico e sociale che cancelli mafie, la lotta contro la povertà e le ingiustizie sociali, le libertà e la pace. “Sono i temi su cui si fonda il nostro quotidiano lavoro”, afferma Loredana Introini, presidente del Centro Studi Pio La Torre, “che ci chiama al dovere non perché dobbiamo, ma per il sentirci addosso una responsabilità che ci chiede di difendere e rinnovare ogni giorno l’impegno per difendere e affermare l’impegno di chi, come Pio La Torre e Rosario di Salvo, hanno pagato con il sacrificio della vita la difesa dei diritti e delle libertà sanciti dalla nostra Costituzione. A Sud’Europa è una di quelle nostre voci cresciuta e diventata grande grazie all’immenso lavoro e al cuore di Angelo Meli e non potrà mai essere dimenticato. Professionalità e passione, come quella che ha saputo infondere nei giovani, ai quali il nostro Centro si è sempre rivolto”. Ne è testimonianza il progetto “Cooperazione e integrazione” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Gioventù, promosso nell’ambito del programma “Erasmus Plus”, che ha coinvolto tantissimi giovani di diversi paesi europei con i quali abbiamo riflettuto su che cos’è l’Europa oggi. Association for Sustainable Development Sfera International Bitola (Repubblica della Macedonia del Nord), Crossing Borders (Danimarca) e Fundacio Privada Ficat (Spagna) i partner che, capofila il Centro Pio La Torre, hanno unito le singole esperienze per stimolare e sviluppare percorsi di cittadinanza attiva europea dei giovani appartenenti alle comunità di immigrati stabilmente stanziate nei diversi paesi partner quali strumenti di integrazione e inclusione. Un progetto che a Palermo, con la “Festa dell’integrazione e della cooperazione”, promossa grazie al sostegno dell’Otto per Mille Valdese, ha offerto agli studenti dei licei scientifico classico “Vittorio Emanuele” e artistico “Vincenzo Ragusa e Otama Kiyohara” uno di quei rari momenti di vera condivisione attraverso una narrazione che ha parlato di cittadinanza, cultura e tradizioni culinarie, vissuta da tutti con tutti i sensi. Uno di quei bei percorsi raccontati da Alida Federico nell’ultimo numero di “A Sud’Europa”, dal titolo “La mafia che verrà” in cui si parla, tra i tanti argomenti trattati nelle sue 31 pagine, di “coscienza critica dei giovani come traccia la via della legalità” a firma di Loredana Introini; delle “strategie della mafia rigenerata” di Franco Nicastro; degli “scenari internazionali a cui guarda Cosa nostra” di Alida Federico; e poi “La torta degli affari e i fondi Pnrr che fanno gola alla mafia economica” di Franco Garufi; “Pizzo calmierato e nuove tecnologie. Le frontiere dell’innovazione mafiosa” di Antonio La Spina, “Le nuove sfide dell’antimafia” di Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Pio La Torre”; di “Futuro della mafia sostenibile” di Giuseppina Tesauro; di “Droga e progetti di inclusione sociale” di Antonello Cracolici. Fonte di grandi emozioni il ricordo corale di Angelo Meli da parte di coloro i quali, collaboratori del giornale che con lui hanno “imparato a riscoprire il gusto della meraviglia e a riconciliarsi con la scrittura, ricordando il suo valore terapeutico. Senza supponenza, ma con la naturalezza e l’umiltà propria dei maestri” come Antonella Lombardi, o tanti altri per i quali Angelo è sempre stato una presenza e un punto di riferimento della loro vita: Concetto Prestifilippo, Calogero Gaetano Paci, Maddalena Maltese, Dario Cirrincione, Davide Mancuso e Melania Federico. Da ognuno di loro il personale ricordo di un’esperienza prima che professionale di grande umanità, come quelle che solo lui sapeva regalare. (AGI)
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