Due cittadini italiani originari della Sardegna, arrestati in Finlandia, sono rinchiusi da oltre un mese nel carcere di Helsinki senza che i loro avvocati in Italia siano informati né dei reati contestati né dello stato della procedura. Lo segnalano i legali Ivano Iai e Francesco Lai, preoccupati che i loro assistiti, Nicola Ruiu ed Edmondo Casula, non riescano a percepire chiaramenti i termini dell’accusa e a esercitare pienamente i propri diritti alla difesa, come hanno confidato nelle telefonate ai familiari.
I due detenuti si sono rivolti all’ambasciata italiana a Helsinki per ricevere assistenza consolare. “Nessun dato o elemento della vicenda che li riguarda”, spiegano Iai e Lai, “può essere comunicato né ai difensori né ai familiari i quali, ad oggi, non sanno per quali ragioni ufficiali Nicola Ruiu ed Edmondo Casula siano stati arrestati”.
Neppure i difensori locali, con cui gli avvocati italiani si sono messi in contatto, hanno fornito finora informazioni, spiegando che il sistema finlandese non consente di portare a conoscenza del caso i congiunti degli accusati e altri difensori. Ai due detenuti, riferiscono gli avvocati Iai e Lai, è stato negato di nominarli anche solo per colloqui difensivi telefonici. Ruiu e Casula, che conoscono solo italiano e sardo, hanno potuto, invece, parlare al telefono coi familiari, ma senza poter accennare al procedimento penale finlandese anche solo per spiegare le ragioni dell’arresto o le contestazioni penali, pena l’interruzione della chiamata. Ai due è vietato anche parlare in sardo coi parenti, circostanza che Iai e Lai ritengono una “violazione di un diritto naturale riconosciuto universalmente e in pregiudizio della libertà espressiva”.
Perlatro, uno dei due è imputato in un procedimento in Italia e ha diritto al colloquio col difensore italiano.
I due avvocati lanciano un appello allo Stato italiano, attraverso l’ambasciata a Helsinki affinché intervenga su quello finlandese per assicura il rispetto dei diritti umani, “anche sul piano processuale”. (AGI)
ROB