Gian Maria Volonté (9 aprile 1933 –6 dicembre 1994) è stato un attore, regista e attivista italiano.
Interprete versatile e incisivo, Volonté è spesso annoverato fra i migliori attori della storia del cinema, non solo italiano.
Ricordato per il mimetismo, la presenza magnetica e la recitazione matura, il regista Francesco Rosi disse di lui che «rubava l’anima ai suoi personaggi».
Conseguita una certa fama internazionale ricoprendo il ruolo del cattivo negli spaghetti western di Sergio Leone, divenne in seguito l’attore-simbolo del cinema d’impegno civile, raggiungendo i vertici delle sue capacità interpretative sotto la regia di Francesco Rosi, Elio Petri e Giuliano Montaldo. Come regista, realizzò dei documentari di stampo politico.
Fra la seconda metà degli anni Sessanta e la fine dei Settanta ottiene la notorietà, grazie soprattutto al cinema politicamente impegnato. Verso la fine degli anni Settanta Volonté passa un breve periodo di crisi a causa dell’insuccesso di Todo Modo (1976), grottesco film di denuncia sugli intrighi della Democrazia Cristiana, che sancisce, nonostante la straordinaria interpretazione di Volonté, la fine del cinema politico italiano e segna la rottura tra Petri e Volonté.
Volonté è stato un militante regolarmente iscritto del Partito Comunista Italiano fino al 1977. Il 16 giugno del 1975 fu eletto consigliere regionale del Lazio, ma soltanto sei mesi più tardi decise di dimettersi: «Mi accorsi che esisteva un baratro tra il mio bisogno di comunismo e la carriera politica che loro mi proponevano. Volevano fare di me un funzionario, un animale politico invischiato nella partitocrazia: io avevo bisogno di ricerca, di critica, di democrazia. Ho capito che stavo perdendo la mia identità e ho scelto il rapporto con me stesso».
Nel 1994 Volonté muore durante le riprese del film Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, a causa di un infarto. Fu sostituito da Erland Josephson e il film sarà dedicato alla sua memoria.