Gli oltre 160 animali sono i discendenti dei quattro – un maschio e tre femmine – fuggiti dallo zoo privato del narcotrafficante dopo la sua morte. La loro proliferazione sotto controllo sta mettendo in pericolo l’ecosistema e il governo si è deciso a intervenire
AGI – La Colombia ha cominciato la sterilizzazione di alcuni esemplari della sua sterminata popolazione di ippopotami, nata da quelli importati illegalmente da Pablo Escobar negli anni ’80. Le autorità ambientali locali hanno fatto sapere che sono stati sterilizzati chirurgicamente due ippopotami maschi e una femmina. L’obiettivo è di fermare la riproduzione di un branco di 169 esemplari che vagano allo stato brado in alcuni fiumi. Il piano prevede la sterilizzazione di 40 ippopotami all’anno, il trasferimento di alcuni di loro in altri Paesi ed eventualmente anche l’eutanasia.
Gli animali sono discendenti dei quattro – un maschio e tre femmine – che il celebre narcotrafficante acquistò illegalmente dagli Stati Uniti, alla fine degli anni ’80, per la sua tenuta, Hacienda Nàpoles. La fattoria era un’immensa proprietà, circa 3000 ettari con strade, hangar, diversi eliporti e persino una pista di atterraggio. il capriccioso Escobar non si era fatto mancare nulla: piscine, laghi artificiali, alberi, palme e persino uno zoo privato che aveva popolato con elefanti, cammelli, zebre, giraffe, e ovviamente il suo animale preferito: l’ippopotamo.
Alla sua morte, nel 1993, lo zoo privato divenne un’attrazione turistica; ma piano piano i grossi mammiferi si ritrovarono liberi di colonizzare le vaste aree paludose del dipartimento di Antioquia, dove oggi proliferano senza controllo. Il risultato è che la Colombia ospita una popolazione che, ai ritmi attuali e in assenza di predatori che ne limitino la crescita, è destinata, secondo uno studio, a toccare le 1.400 unità nel 2035.
Una difficile operazione
Fermare la loro crescita esponenziale è tutt’altro che facile. La sterilizzazione richiede tempo: il tempo necessario a individuare e catturare gli animali, che arrivano a pesare anche 3 tonnellate, e sono territoriali e aggressivi. Tra l’altro le recenti piogge in tutta l’area hanno complicato gli sforzi: più erba significa che i giganteschi mammiferi hanno tanto cibo, sono pieni di energia e sfuggono. La procedura è inoltre costosa – ogni sterilizzazione costa circa 9.800 dollari – e comporta rischi per l’ippopotamo, per esempio possibili reazioni allergiche all’anestesia.
Archiviato il progetto di ridurne il numero uccidendoli, a marzo il governo aveva anche annunciato un piano per trasferire alcuni degli animali nelle Filippine, in Messico e in India. Finora non se n’è saputo nulla, e anche catturare le decine di esemplari che si intende esportare non sarà un’impresa semplice: l’ipotesi è quella di attirare gli animali in gabbie dove verranno confinati in attesa di essere trasferiti all’interno di speciali casse.
di Nuccia Bianchini – fonte: AGI