Type to search

Sciopero: Sbarra, basta polemiche, in Italia regole chiare

Share

 Roma, 13 nov. – “Molte volte si tratta di pura coincidenza, si collegano pacchetti di ore di scioepro a fine turno. Vedo tante polemiche ma nessuno dice che in Italia le regole sullo sciopero sono molto chiare a garanzia sia del sindacato che dei cittadini. Non a caso c’è questa Commissione prevista dalla legge che è chiamata a contemperare l’esercizio del diritto allo sciopero e quello legato ai diritti della persona nell’ambito dei servizi pubblici. Bisogna porre fine alle polemiche”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ai microfoni di Rai Radio Uno, rispondendo a una domanda sullo scontro tra il ministro Matteo Salvini e il leader della Cgil Maurizio Landini sullo sciopero in programma venerdì.

Ore: 13:00 –  Cgil e Uil sono in attesa di “ulteriori valutazioni” da parte della Commissione di garanzia degli scioperi. Lo hanno riferito il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni, e la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, al termine dell’incontro con il Garante degli scioperi che ha chiesto ai sindacati di ridurre la durata dello sciopero di venerdì 17 in alcuni settori tra cui i trasporti e di escludere alcune categorie.
“Stiamo aspettando ulteriori valutazioni da parte della Commissione di garanzia, abbiamo ribadito la nostra contrarietà rispetto alla nota che ci hanno inviato perché continuiamo a sostenere che si tratta di uno sciopero generale di alcune categorie e quindi non capiamo perché sono state sollevate alcune osservazioni. La Commissione si riunirà e a breve: o confermeranno o ci comunicheranno eventuali variazioni”, ha spiegato Ronzoni.
“Abbiamo anche fatto un’apertura rispetto a due settori, quello dei vigili fuoco e del trasporto aereo per i quali siamo nelle condizioni di poter trovare un accordo”, ha aggiunto.

“Abbiamo messo sul tavolo una serie di considerazioni: si tratta di uno sciopero generale e diventa difficile spiegare ai lavoratori e alle lavoratrici che loro non possono scioperare e che vengono esclusi, visto che si tratta di un diritto costituzionale”, ha aggiunto Ronzoni.

“Ancora una volta la Cgil blocca la Nazione. Il sindacato capitanato da Landini annuncia l’ennesimo sciopero, evidentemente infastidito e preoccupato dai dati sull’occupazione, che grazie al governo Meloni registrano numeri record. O forse per protestare contro il taglio del cuneo fiscale che porterà 100 euro in più al mese nelle tasche dei lavoratori. Oppure è uno sciopero indetto contro le risorse messe sulla sanità? Sicuramente Landini preferiva governi che buttavano dalla finestra soldi per i vari bonus e superbonus, banchi a rotelle e reddito di cittadinanza. Il tempo delle chiacchiere è finito: questo governo guarda agli interessi degli italiani ed alla crescita della Nazione”. Lo dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

“E’ giusto scendere in piazza contro una manovra che scontenta il Paese reale. Capisco che all’esecutivo dia fastidio si parli della manovra, visto che sta cercando di spostare l’attenzione parlando di tutto tranne che della manovra economica, ma è legittimo protestare. Chi scende in piazza lo fa anche per chi non può farlo. Dà voce anche a chi non ce l’ha. Lo fa mettendo in piedi una grande forma di partecipazione per protestare contro le politiche di un governo che obiettivamente ha deciso di accontentare i mercati finanziari, come ha detto lo stesso Giorgetti, e scontentare tutte le forze sociali importanti del Paese”. Lo dice Vittoria Baldino vicecapogruppo M5s alla Camera.
“Si scontentano – riprende – le famiglie che hanno visto scendere il loro potere d’acquisto del 15% in due anni mai compensati dall’aumento dei salari. Si scontentano i pensionati che hanno visto addirittura peggiorata la legge Fornero o nel caso di 700 mila dipendenti pubblici le pensioni tagliate. Si scontentano – prosegue – i poveri che hanno visto il governo voltargli le spalle anche abolendo il reddito di cittadinanza, come i giovani che non vedono opportunità di lavoro stabile nel Paese e valutano come alternativa andare all’estero. Se – conclude Baldino – non è questo il momento di scioperare contro le politiche del governo quale dovrebbe essere?”.