Più di 400 miliardi di dollari amministrati, una ‘squadra’ composta da quasi 1.700 impiegati e consulenti, e oltre 550 analisti capaci di pilotare e consigliare investimenti da una rete dislocata in 20 città di 16 diverse nazioni di 4 continenti. Sono i numeri che spiegano la forza di Kkr, il fondo statunitense il cui nome completo è Kohlberg Kravis Roberts & co. che aveva presentato l’offerta vincolante per rilevare la rete Tim. Offerta accettata oggi dal consiglio di amministrazione della società al termine di una maratona iniziata venerdì.
Fondato nel 1976 a New York da Jerome Kohlberg Jr. e dai cugini Hwenry e George R. Roberts, in questi anni Kkr ha effettuato investimenti in oltre 160 società che spaziano dai settori delle infrastrutture (uno dei piu’ gettonati dal fondo) all’energia, dal real estate al credito. Nel suo portafoglio figurano investimenti in società del calibro di Alliance Boots, Del Monte, Kodak, Prosiebensat1 e Axel Springer, il gruppo media tedesco di cui poi e’ diventato il maggiore azionista staccando un assegno di 3,2 miliardi di dollari per una quota del 43,54% del capitale.
Nel 2007, invece, Kkr fu artefice dell’acquisizione di Txu, un’operazione che risultò fino a quel momento il più grande buyout della storia. Dal luglio del 2010 è quotato alla Borsa di New York.
Già nel novembre del 2021, Kkr aveva manifestato interesse per Tim con un’offerta per rilevare l’intero gruppo. Un interesse che fu rispedito al mittente, mentre adesso la sua offerta valorizza Netco 20 miliardi di euro, più due di earn-out in caso di fusione con Open Fiber per arrivare alla creazione della cosiddetta ‘rete unica’ o ‘rete nazionale’. Il progetto di Kkr ha l’appoggio del governo italiano. Il 10 agosto scorso è stato infatti sottoscritto un memorandum tra il Mef e Kkr, che poi a sua volta il 16 ottobre ha presentato l’offerta vincolante accettata oggi dal board. L’intesa prevede che se l’accordo tra Tim e Kkr si perfezioni, il Tesoro potrebbe rilevare fino al 20% della Netco, a valle di un investimento di circa 2,5 miliardi di euro. (AGI)