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Ancora aggiustamenti nella manovra 2024

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Ancora aggiustamenti nella manovra 2024 di cui è filtrata oggi una ulteriore bozza. Conferma per l’Ape sociale, torna in campo la speranza di vita per pensione anticipata e di vecchiaia

Roma, 24 ottobre 2023 – Quota 104 e non più 103, con l’aggiunta di penalizzazioni sull’importo dell’assegno per chi vorrà andare in pensione con questo canale nel 2024. Conferma, a sorpresa, di Opzione donna, ma con aumento dell’età a 61 anni per potervi far ricorso, e conferma di Ape sociale. Possibilità di riscattare i periodi non coperti da contribuzione, ma anche doppia operazione sulle pensioni totalmente contributive della riforma Fornero: da un lato riduzione dei requisiti per evitare ai giovani di dovere attendere almeno 70 anni per lasciare il lavoro, dall’altra, però, aumento dell’importo dell’assegno da maturare per andare via in anticipo.

Quota 104 con penalizzazioni

La scarsità di risorse destinate alla flessibilità in uscita ha determinato la mancata conferma delle formule previste per l’anno in corso, ma di dover stringere i bulloni ulteriormente. Da qui il passaggio da Quota 103 (composta da 62 anni di età e 41 di contributi) a Quota 104 (composta da 63 anni di età e 41 di contributi). Ma, a ridurre la platea dei possibili candidati a lasciare il lavoro, oltre che l’aumento di un anno dell’età contribuirà sicuramente anche il doppio meccanismo penalizzazioni/premi per coloro che andranno via o che resteranno al lavoro. Per i primi sarà previsto un taglio dell’assegno con l’applicazione di un coefficiente che riduce il peso della quota retributiva e di fatto produce un ricalcolo dell’assegno con il sistema interamente contributivo. Per i secondi, al contrario, verrà confermato il bonus valido anche quest’anno che prevede un incremento della busta paga di circa il 10 per cento, pari ai contributi a carico del lavoratore che non saranno più versati all’Inps.

Ape sociale

Nessuna stretta sull’Ape sociale. Sarà possibile accedere all’Ape sociale per tutto il 2024. Per i disoccupati, le persone con invalidità almeno del 74%, i lavoratori impegnati in attività gravose e i lavoratori che assistono persone con handicap in situazione di gravità si potrà accedere allo strumento con almeno 63 anni e cinque mesi. Se la bozza sarà confermata nella versione definitiva del disegno di legge non aumenteranno quindi gli anni necessari per accedere allo strumento.

Opzione donna mantenuta

La bozza non prevede, come era stato anticipato, l’eliminazione di Opzione donna. Le donne lavoratrici che hanno raggiunto almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedere alla pensione con Opzione donna purché abbiano compiuto 61 anni, requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L’importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Restano le restrizioni previste nel 2023 (bisogna essere disoccupate, caregiver o con una invalidità almeno del 74%) così come la finestra mobile di un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome una volta raggiunti i requisiti per ottenere l’assegno.

Le pensioni dei millennials

Per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi dal 1996 sale l’importo minimo maturato necessario per poter accedere alla pensione tre anni prima dell’età di vecchiaia. La soglia – secondo quanto prevede la bozza della manovra – a fronte di almeno 20 anni di contributi versati sale da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale. In pratica, secondo i valori riferiti al 2023 da 1.409 euro a 1.660. Salta invece il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso alla pensione a 67 anni una volta raggiunti i 20 anni di contributi. Basterà avere raggiunto l’importo dell’assegno sociale (503,27 euro nel 2023). Sempre per i Millennials viene previsto, però, di riscattare 5 anni non coperti da retribuzione (post 1996). Può farlo anche il datore di lavoro e in questo caso il costo è deducibile.

Speranza di vita di nuovo in campo

La speranza di vita, applicata al requisito per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e uno in meno per le donne), come all’età per la pensione di vecchiaia, torna a correre dal 31 dicembre 2024 anziché dal 31 dicembre 2026.

 

Di CLAUDIA MARIN – fonte: https://www.quotidiano.net/