Hamas pianificava l’attacco a Israele da due anni. A rivelarlo, in una intervista all’emittente Russia Today, è Hamas Ali Baraka, alto dirigente del gruppo terrorista islamico, mentre a sei giorni dall’attacco di Hamas, continuano senza sosta i raid israeliani su Gaza. Secondo il ministero della Sanità palestinese da sabato sono stati uccise 1.417 persone, quasi 500 bambini, mentre altre 6.268 sono stati ferite. Quasi una settimana di pesanti bombardamenti hanno lasciato più di 300 mila persone senza casa nell’intera Striscia, e secondo il Pam, il Programa alimentare mondiale dell’Onu, la situazione a Gaza è “disastrosa” per mancanza di acqua, cibo e rifugi. Fermo a 1.300 il numero di vittime israeliane da sabato, giorno dell’attacco.
Israele sta bombardando l’intera area con attacchi aerei di una intensità senza precedenti e afferma di avere sganciato seimila bombe e colpito 3.600 obiettivi, mentre lo Stato maggiore dell’esercito ha ribadito anche oggi che le sue truppe si stanno preparando “per la prossima fase della guerra”, lasciando intendere che l’invasione da terra potrebbe essere imminente. Raid aerei attribuiti a Israele sono stati sferrati anche contro gli aeroporti siriani di Aleppo e Damasco per colpire depositi di armi iraniane. Sul fronte diplomatico, il segretario di Stato Usa Antony Blinken, è volato a Tel Aviv per confermare al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu che ha varato il suo gabinetto di guerra assieme alle forze di opposizione, il sostegno americano a Israele.
Blinken ha condannato il “regno del terrore” di Hamas, ha invocato gli orrori dell’Olocausto ma ha anche suggerito a Tel Aviv la necessità di moderare gli attacchi, chiedendo “ogni possibile precauzione per evitare di danneggiare i civili”. “Hamas deve essere schiacciato come l’Isis”, ha detto Netanyahu in conferenza stampa. Dopo essersi consultato con il governo di emergenza israeliano, il segretario di Stato Usa volera’ domani a Doha. Blinken andrà anche in Egitto, Arabia Saudita e Emirati. Il Qatar in particolare, dove si nascondono alcuni dei leader di Hamas, e’ al centro dei tentivi di mediazione per la liberazione degli ostaggi. L’ipotesi in campo circolata nelle ultime ore riguarda lo scambio di donne e bambini tenuti in ostaggio a Gaza con 36 donne palestinesi rinchiuse nelle carceri israeliane.
Anche il presidente turco Receep Erdogan si offre come mediatore, ribadisce la disponibilita’ della Turchia a imbastire un negoziato per porre fine agli scontri “il prima possibile” e la “necessita’ della creazione di uno stato palestinese” con i confini stabiliti dalla risoluzione del 1967 e capitale Gerusalemme est.
La stampa israeliana intanto conferma, sulla base di foto verificate, che le notizie relative alla decapitazione di alcuni bambini nell’assalto a Kfar Aza sono autentiche. Ma l’emergenza è la ricerca di una soluzione che consenta di porre un argine al disastro umanitario già in corso. Stati Uniti, Israele ed Egitto sono in contatto per creare un corridoio umanitario da Gaza, ma Hamas ha respinto la proposta del Cairo perché – ha spiegato una fonte – “costringerebbe il popolo palestinese ad abbandonare la propria patria” e implicherebbe un nuovo esodo e la ricerca di rifugi.
Per la prima volta dal giorno dell’attacco parla pubblicamente Abu Mazen, il capo dell’Autorità nazionale palestinese che chiede di “passare all’azione politica per porre fine all’occupazione e raggiungere la pace”. Abu Mazen condanna l’uccisione di civili e gli abusi di entrambe le parti e chiede il rilascio di civili, prigionieri e detenuti. “Bisogna fermare il terrorismo dei coloni contro il popolo palestinese nelle citta’, nei villaggi e nei campi in Cisgiordania”, ha detto. (AGI)