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Gioielleria: Federorafi, ‘primo semestre 2023 in tenuta, ma finale d’anno atteso in calo’

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Trainato dalle vendite estere (+14,2%), s è chiuso con il segno positivo il secondo trimestre 2023 per il comparto dell’oreficeria, argenteria e gioielleria italiano. Lo rileva un’analisi del centro studi di Confindustria Moda elaborata per Federorafi, che evidenzia nella prima metà dell’anno, anche a seguito delle dinamiche inflattive, un incremento a doppia cifra dell’export (+15,3%, nonostante la decelerazione del bimestre maggio-giugno), assieme ad un consolidamento del saldo commerciale settoriale (+9,1%) e ad un aumento del fatturato pari al +9,2% tra le aziende del campione di associati intervistati.

Appare in lieve calo, rispetto a dicembre, il numero di imprese attive (-0,9%), accompagnato però da una positiva tenuta dei livelli occupazionali (+1,5%, dopo la dinamica confortante del 2022). E’ previsto però un raffreddamento della crescita nella seconda parte dell’anno, di cui peraltro già si sono avuti chiari segnali nei dati della produzione industriale e delle quantità esportate di gioielleria da indosso in oro.

Per la presidente di Confindustria Federorafi, Claudia Piaserico, “i dati semestrali confermano le straordinarie capacità degli imprenditori orafi a performare ancora positivamente in un periodo in cui molti altri settori del Made in Italy stanno soffrendo”. Tuttavia, sottolinea, “inevitabilmente, la seconda parte del 2023 sarà caratterizzata da una sensibile attenuazione dei ritmi di sviluppo. Uno scenario, d’altro canto ampiamente prevedibile, stante l’incertezza attuale nel panorama economico mondiale, con segni di debolezza in molte importanti economie e un conflitto ancora in corso a più di un anno e mezzo dall’inizio ed un altro appena deflagrato in Medio Oriente”.

Analizzando i dati più nel dettaglio, l’analisi rileva che dopo una prima frazione dell’anno caratterizzata da una crescita dell’export a due cifre (+16,6% in valore), il secondo trimestre, apertosi con un sensibile rallentamento delle vendite in aprile e maggio (+0,8% sull’analogo bimestre 2022), ha registrato in giugno un nuovo balzo considerevole della domanda estera, grazie al quale ha chiuso con un incremento del +14,2% su aprile-giugno 2022.

Considerando il cumulato dei primi 6 mesi, le esportazioni italiane del comparto sono salite globalmente del +15,3%, superando i 5,55 miliardi di euro. Occorre però sottolineare che la gioielleria da indosso in oro, la voce più significativa del comparto, ha chiuso, nonostante un incremento in valore, in terreno negativo in quantità, con un -7,6% nei chilogrammi.

La Svizzera (+52,5% su gennaio-giugno dello scorso anno) sale al primo posto in valore tra gli sbocchi esteri del settore, superando gli Usa (che malgrado un moderato +3,7% restano il mercato in maggior espansione nell’ultimo quadriennio). Al terzo posto la Francia (+9,8%, leader tra i clienti comunitari), davanti agli Emirati Arabi (+0,3%). Crollano invece ulteriormente, come conseguenza del conflitto in atto, le vendite in Russia (-68,1%).

La Toscana (+13,5%) si conferma nel primo semestre in testa alla graduatoria delle regioni esportatrici, con una quota pari al 35% del totale nazionale, davanti a Veneto (+1,9%) e Piemonte (-0,6%). Balzo della Lombardia (+71,9%), quarta, grazie anche alle strategie distributive adottate dalle grandi griffe internazionali del lusso.

La graduatoria delle province vede sempre al comando Arezzo (+5,6%), seguita da Vicenza (+3,5%), Alessandria (+11,3%), Milano (+74%) e Firenze (+68,2%). Le due province del distretto campano di Napoli-Caserta, importanti dal punto di vista produttivo benché con una bassa propensione all’export, evidenziano nell’insieme un +11,3%.

Il saldo commerciale settoriale resta largamente in attivo (4,1 miliardi di euro), con una crescita del +9,1% che consolida ulteriormente le performance di rilievo raggiunte nel corso del 2022. I risultati della consueta rilevazione condotta tra gli Associati a Federorafi indicano, con riferimento al campione di aziende rispondenti, un aumento tendenziale del fatturato, nel primo semestre 2023. Quasi tre imprese su cinque (58%) hanno sperimentato una crescita dei ricavi su un anno addietro; per il 18% del panel l’incremento è stato superiore al +20%. Relativamente ad aprile-giugno la stima del fatturato è pari al +7,2% (nel trimestre iniziale dell’anno era invece del +11,3%).

Per quanto concerne l’occupazione, infine, la prima metà dell’anno si è chiusa con un lieve aumento (+1,5% su dicembre scorso, secondo la banca dati di Infocamere), che porta il numero di addetti a 32.746 unità tra industria e artigianato (con un saldo positivo pari a +477 lavoratori). In leggero calo, invece, il numero di imprese attive, sceso a fine giugno a 6.977 (-61 unità rispetto al consuntivo 2022, -0,9%), con il solo Piemonte in controtendenza tra le principali regioni (+8 imprese). In un quadro caratterizzato dal proseguimento del trend positivo innescatosi dopo la pandemia, non mancano alcune indicazioni che, confermando una decelerazione nei livelli di attività già nel secondo trimestre, fanno presagire un ‘raffreddamento’ ulteriore nell’evoluzione congiunturale della seconda parte dell’anno.

Oltre alla già citata flessione nei chilogrammi esportati di beni di gioielleria da indosso in oro nei primi 6 mesi, la riprova del rallentamento subìto dai ritmi di attività lavorativa nel secondo trimestre dell’anno viene anche dall’indice Istat della produzione industriale, che misura la variazione nel tempo del volume fisico della produzione effettuata dall’industria: sia aprile che giugno hanno registrato diminuzioni tendenziali superiori al -4%, che hanno pregiudicato i risultati del trimestre (chiusosi con un -2,3% su aprile-giugno 2022). Grazie alla dinamica favorevole della frazione iniziale, il cumulato dei primi 6 mesi evidenzia tuttavia una tenuta sui livelli di un anno addietro (-0,1%), a differenza di molti altri settori manifatturieri italiani che già mostrano invece arretramenti significativi.

Ancora più esplicite le previsioni formulate nel luglio scorso dal campione di Associati con riferimento all’andamento del fatturato nel terzo trimestre, atteso in brusca decelerazione (+2,9%) sulla terza frazione del 2022 (confermata da una raccolta ordini nel secondo trimestre decisamente meno brillante rispetto al recente passato: +3,9%).